Era la fine di febbraio 1983 quando l'urlo di Sunday Bloody Sunday si levava contro la guerra fratricida tra cattolici e protestanti in Irlanda. In quei giorni usciva War degli U2, un disco intriso di cronaca "sanguinosa" che traghettava la band di Bono Vox e soci verso la maturità
di Simone Pilotti
"I can’t believe the news today" pensava il 30 gennaio di quarant’anni esatti fa Paul Hewson, in arte Bono Vox, mentre veniva a conoscenza dei fatti avvenuti il giorno stesso, che avrebbero stravolto i rapporti tra Irlanda e Inghilterra. Non riusciva a cancellare dalla sua mente le immagini delle tredici vittime e degli scontri tra i repubblicans nordirlandesi e il I Battaglione del Reggimento Paracadutisti britannico.
Era una domenica e a Derry, città non distante da Belfast, gli abitanti cattolici sfilavano per le strade manifestando il loro dissenso per il trattamento discriminante riservatogli dalla maggioranza protestante in Irlanda del Nord. Già tre anni prima, nel quartiere cattolico Bogside, un’altra manifestazione era terminata in guerriglia tra cattolici e protestanti, tra repubblicani e unionisti, inducendo gli abitanti a costruire vere e proprie barricate dietro cui serrarsi. Ma questa volta la conclusione della manifestazione è stata molto più tragica: l’esercito britannico aveva aperto il fuoco di fronte alle innocue provocazioni dei manifestanti, colpendo a morte ben tredici persone e causando numerosi feriti, uno dei quali morirà qualche mese dopo. Nelle inchieste aperte dal governo britannico, le vittime risultarono tutte disarmate, alcune colpite alle spalle mentre tentavano la fuga, altre mentre addirittura prestavano assistenza ai feriti.
"I can’t believe the news today" cantava Bono nel disco War, uscito il 28 febbraio 1983, dedicato interamente alla denuncia di ogni guerra. Parole che appartengono a Sunday Bloody Sunday, una canzone che vuole rievocare, undici anni dopo, il disgusto e la rabbia provati dopo i fatti di Derry. Il brano, come il disco, è caratterizzato da un’euritmia tra le note del basso di Clayton e della chitarra di The Edge mista alla rabbia della voce di Bono e della batteria di Mullen. Spicca la capacità del cantante di rendere così straziante il cantato da riportare perfettamente le sensazioni degli irlandesi dopo la manifestazione di Derry.
Il vero capolavoro musicale, però, è New Year’s Day dove l’eccezionale riff del basso ripetuto per tutta la canzone si accosta alle tastiere e alla Fender di The Edge, creando un’armonia subito sormontata dalla rabbia di Bono che denuncia come ogni anno si viva sotto un "cielo rosso sangue", senza che ci siano reali cambiamenti. Altra traccia di denuncia è l’aggressiva Like a Song, che critica la voglia di riconoscersi dietro ad una bandiera, creando inutili contrapposizioni e contrasti che portano inevitabilmente a conflitti sanguinosi. Chiude il disco 40, le cui parole sono pescate direttamente dal salmo 40 della Bibbia rivolte a Dio proprio come una preghiera, su un'ottima atmosfera musicale priva dell'energia rock delle altre canzoni.
Dunque, undici anni dopo la Domenica di sangue gli U2 sono in grado di registrare uno degli album di denuncia più celebri di sempre, prendendo spunto proprio dal drammatico episodio di Derry. Album, War, che non segna comunque la completa maturazione della band vista la trascurabilità del lato B del disco, posticipando la consacrazione al successivo The Unforgettable Fire. Comunque sia è da sottolineare l'evoluzione dei suoni, l'abbandono delle melodie più rudi, in stile punk, e soprattutto i testi e il cantato capaci di trasmettere tutta l'insofferenza, la rabbia, la disperazione e la voglia di dire basta dei popoli coinvolti in conflitti fratricidi.
Tags: anniversario, Bono Vox, cattolici, guerra, IRA, irlanda, protestanti, recensione, Simone Pilotti, Sunday Bloody Sunday, The unforgettable fire, u2, War,
U2, War, Island 1983
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Bello! Sintetico e chiaro.
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