E' dedicato all'artista dell'action painting, che aveva fatto della pittura un'improvvisazione, questo progetto di due musicisti italiani, Marco Testoni e Nicola Alesini. Un collage sonoro che evita le banalità delle sperimentazioni più inascoltabili
di Marco Buttafuoco
Marco Testoni alle prese con il Caisa drum
In origine furono gli steel drums, metallofoni “melodici”, che gli abitanti di Trinidad e Tobago costruivano da vecchi fusti. Erano e sono la colonna sonora del carnevale di quel frammento di Caraibi. Si diffusero nel resto del mondo a partire dalla seconda guerra mondiale, quando le flotte militari americane usavano le isole di quel mare come base. Oggi la tecnologia e la creatività dei musicisti hanno rielaborato quelle sonorità esotiche. In Germania, ad esempio, è stato costruito il Caisa, che è un tamburo convesso, a differenza dei suoi concavi antenati. Marco Testoni, percussionista e consulente musicale per il cinema, è uno dei principali diffusori di questo nuovo strumento. Il suo set, usato in questo disco, è costituito da tre pezzi differenti e raggiunge un’estensione di tre oniriche ottave.
In questo Pollock il Caisa del percussionista romano viene affiancato dai fiati di Nicola Alesini, dalla batteria di Max di Loreto e da vari effetti elettronici (non troppi, non debordanti). L’obiettivo, come dice il titolo, è un omaggio sonoro alle avanguardie artistiche del ‘900. Il disco è aperto dalla voce di Marcel Duchamp (uno spezzone di un’intervista rilasciata alla BBC) e ospita anche la voce dello stesso Jackson Pollock, il visionario teorico dell’action painting, dell’improvvisazione pittorica (che però, ironia della storia, creava le sue fantastiche tele ascoltando musica dixieland).
Questo cd è quindi un vero e proprio mosaico sonoro, un modernissimo collage. Uno di quegli esperimenti musicali in cui si può facilmente scadere nella ricerca dell’effetto a tutti i costi, nella banalità mascherata da uno sperimentalismo di maniera. I tre evitano queste secche insidiose. In effetti il sax soprano ed il clarinetto folk di Nicola Alesini danno nerbo e respiro poetico alla liricità lunare del Caisa e al cangiante tappeto delle sonorità tecnologiche. In altre parole Pollock è sorretto da una vena melodica robusta, appassionata, mai banale. E’ musica lunare, con radici profonde nella fisicità degli strumenti a fiato. Il suo impianto è forse cinematografico (non a caso il secondo brano cita, utilizzandone frammenti sonori, il bellissimo Lanterne Rosse di Zhang Yimou). Racconta, con grande passione, un mondo ideale, luogo di incontro di tutte le arti: la pittura, la poesia (uno dei pezzi è dedicato a Pablo Neruda, anche qui con spezzoni sonori di documentari a lui dedicati), il cinema, la musica contemporanea.
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