GIORNALI
Il mensile più allegro? Va in carrozzella
Non è la solita rivista, e non solo perché ci lavorano ben 15 disabili su 19 redattori. Ma anche perché racconta storie positive, di chi ce la mette tutta. Si chiama Buone Notizie Bologna, e l'8 settembre organizza HandiShow, primo festival per attori e musicisti portatori di handicap
di Alessandra Testa
«Non possiamo andare a rimorchio degli altri, ci dobbiamo dare da fare per dimostrare che non pretendiamo aiuto ma che conquistiamo ogni giorno la libertà attraverso il nostro lavoro». Con questa frase, detta in sella a una sedie a rotelle, il presidente di Virtual Coop Maurizio Cocchi (foto) spiega il perché del mensile Buone Notizie Bologna, di cui è direttore. Un modus vivendi che accompagnerà anche la prima edizione di HandiShow - per dirla con gli organizzatori: un happening nazionale per artisti abili, abilissimi e disabili in ascesa - che si terrà sotto le Due Torri l’8 settembre. E che, da sempre, contraddistingue la vita di chi, seppur penalizzato ai blocchi di partenza, preferisce rimboccarsi le maniche.
Scrivono, impaginano, pubblicano i 15 lavoratori con disabilità che operano all’interno della redazione della rivista cartacea più allegra del mondo e della cooperativa sociale di tipo B che la edita. Sono 15 su 19, la maggioranza una volta tanto. E non esiste cartella clinica o percentuale di invalidità a mettersi di traverso. Basta entrare in quel di viale Lenin 55 per capire che l’ironia è meglio di qualsiasi assistenza e, soprattutto, l’antidoto perfetto per superare, da una parte, gli sguardi pieni di pena dei cosiddetti normali e, dall’altra, l’alibi che spesso si dà per non reagire chi è «incarrozzinato» o «appesantito da una zavorra». Alla faccia del politically correct, i ragazzi di Buone Notizie delle parole create ad hoc per indorare la pillola (agli altri, non a loro) non sanno che farsene. Vanno dritti per la loro strada. E ridono, ridono rumorosamente e si divertono anche quando lavorano. Sarà forse per questo che il loro giornale - 32 pagine a colori e tanta tanta pubblicità - lo leggono in 20 mila ogni mese. Ventimila.
Buone Notizie - informa il caporedattore Marco Negri - non si trova solo in edicola (al costo di un euro): verso la metà del mese viene distribuito nelle biblioteche, alle associazioni di volontariato, nelle sale d’attesa degli studi medici e a bordo dei taxi di Bologna e provincia. Ci sono poi dei Comuni dell’hinterland dove quelle 32 pagine si trovano ovunque, anche alla fermata dell’autobus o del treno come avviene per i più noti free-press a tiratura nazionale.
Sarà che i fatti che dal 2009 si leggono su Buone Notizie non hanno nulla a che vedere con quelli pubblicati sui quotidiani. Guerre, omicidi, la pochezza della politica. Del resto, lo stesso nome della testata ne è una testimonianza: in essa si leggono - direbbe Raymond Carver - storie di chi ce la mette tutta. «Persone, associazioni, istituzioni che si sbattono - sottolinea Negri - per migliorare la società, trasformandosi in tante piccole gocce che donano un po’ di speranza». Come quell’impresa che produce senza inquinare, quel progetto di scambio culturale a livello internazionale o quel Comune che per la sua energia ha scelto il fotovoltaico. Non c’è, però, rosa senza spine: ed ecco allora che il periodico ospita il cosiddetto “Angolo spinoso”, la rubrica “Non se ne può più” e quella delle lettere. Non mancano nemmeno gli itinerari turistici, gli spettacoli consigliati, lo sport, le offerte di lavoro, i racconti e rebus e cruciverba per ingannare il tempo.
Stessa filosofia da combattenti - c’è da scommetterci - sarà garantita anche dalla prima edizione di HandiShow, in scena nello spazio Estragon della Festa dell’Unità di Bologna. Su quel palco attori e musicisti portatori di handicap cercheranno il proprio posto nel mondo dello spettacolo. Con una dedica speciale al cantautore Pierangelo Bertoli. «Nessun ghetto, nessuna atmosfera da ospedale né tantomeno una Woodstock per sfigati», assicurano Marcello Cominelli e Clinio Occhi che si stanno facendo in quattro affinché tutto funzioni per il meglio. Ma professionalità, tanta grinta e la promessa di un bis già l’anno venturo, anticipato (perché no) da tanti altri piccoli appuntamenti in giro per la provincia. E c’è già una prima idea: uno spettacolo del comico David Anzalone, uscito da poco in libreria con Handicappato e carogna (Mondadori). Manca solo il suo «sì, ci sto».
Scrivono, impaginano, pubblicano i 15 lavoratori con disabilità che operano all’interno della redazione della rivista cartacea più allegra del mondo e della cooperativa sociale di tipo B che la edita. Sono 15 su 19, la maggioranza una volta tanto. E non esiste cartella clinica o percentuale di invalidità a mettersi di traverso. Basta entrare in quel di viale Lenin 55 per capire che l’ironia è meglio di qualsiasi assistenza e, soprattutto, l’antidoto perfetto per superare, da una parte, gli sguardi pieni di pena dei cosiddetti normali e, dall’altra, l’alibi che spesso si dà per non reagire chi è «incarrozzinato» o «appesantito da una zavorra». Alla faccia del politically correct, i ragazzi di Buone Notizie delle parole create ad hoc per indorare la pillola (agli altri, non a loro) non sanno che farsene. Vanno dritti per la loro strada. E ridono, ridono rumorosamente e si divertono anche quando lavorano. Sarà forse per questo che il loro giornale - 32 pagine a colori e tanta tanta pubblicità - lo leggono in 20 mila ogni mese. Ventimila.
Buone Notizie - informa il caporedattore Marco Negri - non si trova solo in edicola (al costo di un euro): verso la metà del mese viene distribuito nelle biblioteche, alle associazioni di volontariato, nelle sale d’attesa degli studi medici e a bordo dei taxi di Bologna e provincia. Ci sono poi dei Comuni dell’hinterland dove quelle 32 pagine si trovano ovunque, anche alla fermata dell’autobus o del treno come avviene per i più noti free-press a tiratura nazionale.
Sarà che i fatti che dal 2009 si leggono su Buone Notizie non hanno nulla a che vedere con quelli pubblicati sui quotidiani. Guerre, omicidi, la pochezza della politica. Del resto, lo stesso nome della testata ne è una testimonianza: in essa si leggono - direbbe Raymond Carver - storie di chi ce la mette tutta. «Persone, associazioni, istituzioni che si sbattono - sottolinea Negri - per migliorare la società, trasformandosi in tante piccole gocce che donano un po’ di speranza». Come quell’impresa che produce senza inquinare, quel progetto di scambio culturale a livello internazionale o quel Comune che per la sua energia ha scelto il fotovoltaico. Non c’è, però, rosa senza spine: ed ecco allora che il periodico ospita il cosiddetto “Angolo spinoso”, la rubrica “Non se ne può più” e quella delle lettere. Non mancano nemmeno gli itinerari turistici, gli spettacoli consigliati, lo sport, le offerte di lavoro, i racconti e rebus e cruciverba per ingannare il tempo.
Stessa filosofia da combattenti - c’è da scommetterci - sarà garantita anche dalla prima edizione di HandiShow, in scena nello spazio Estragon della Festa dell’Unità di Bologna. Su quel palco attori e musicisti portatori di handicap cercheranno il proprio posto nel mondo dello spettacolo. Con una dedica speciale al cantautore Pierangelo Bertoli. «Nessun ghetto, nessuna atmosfera da ospedale né tantomeno una Woodstock per sfigati», assicurano Marcello Cominelli e Clinio Occhi che si stanno facendo in quattro affinché tutto funzioni per il meglio. Ma professionalità, tanta grinta e la promessa di un bis già l’anno venturo, anticipato (perché no) da tanti altri piccoli appuntamenti in giro per la provincia. E c’è già una prima idea: uno spettacolo del comico David Anzalone, uscito da poco in libreria con Handicappato e carogna (Mondadori). Manca solo il suo «sì, ci sto».
Tags: Alessandra Testa, Buone Notizie Bologna, giornale, HandiShow, mensile, portatori di handicap, rivista,
08 Settembre 2011
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