LE IDEE - MEDIA
I dissociati
di Remo Bassetti
Mi permetto di cominciare l’anno con un breve discorso che solo apparentemente è autoreferenziale. In questo primo mesetto di vita online di Giudizio Universale è capitato, più di una volta, che il commento di un lettore dissenziente da un articolo si chiudesse con una considerazione del tipo: “Peccato! Volevo abbonarmi ma dopo quest’articolo me ne guarderò bene”, oppure: “Basta! Vi avevo seguito in passato con simpatia ma dopo avere letto quanto sopra vi starò lontano”.
Sarebbe facile archiviare queste reazioni come la millanteria aggressiva di chi, tanto per furore, butta lì agli interlocutori ciò che ritiene possa più ferirli e, secondo la propria sensibilità, identifica questo punto debole nel portafogli; e sotto un altro profilo ripropone una dinamica infantile (“ecco, stavo proprio per farti una cosa carina, ti volevo anche bene, ma adesso per punizione…”). Ci sarà anche questo, e il blog rispetto alla rivista cartacea è quello che permette di portare alla luce un certo protagonismo del lettore, che a volte può anche essere distruttivo. Ma la questione è assai più complessa e interessante.
Sarebbe facile archiviare queste reazioni come la millanteria aggressiva di chi, tanto per furore, butta lì agli interlocutori ciò che ritiene possa più ferirli e, secondo la propria sensibilità, identifica questo punto debole nel portafogli; e sotto un altro profilo ripropone una dinamica infantile (“ecco, stavo proprio per farti una cosa carina, ti volevo anche bene, ma adesso per punizione…”). Ci sarà anche questo, e il blog rispetto alla rivista cartacea è quello che permette di portare alla luce un certo protagonismo del lettore, che a volte può anche essere distruttivo. Ma la questione è assai più complessa e interessante.
Se ci pensiamo, la posizione da un punto di vista logico è abbastanza traballante. Se si dissente profondamente dalle opinioni e dall’anima di un giornale sarebbe strano il solo pensare di abbonarsi: per dire, a me non salterebbe mai in testa di abbonarmi a un quotidiano di Feltri. Se invece lo shock riguarda un solo articolo, o un singolo editorialista, è sbalorditivo che sia sufficiente a spezzare il legame con la testata che lo stesso lettore dichiara al momento di dissociarsi radicalmente.
Ebbene, il modo in cui ci hanno abituati a leggere riviste e quotidiani è esattamente questo. Quella che dovrebbe teoricamente essere una ricchezza - il pluralismo, l’opinione contraria, la passione avversaria - è uno schiaffo, un tradimento. Questo accade perché i giornali seguono un‘ottica rigorosamente aziendale: individuano un target di riferimento e confezionano al lettore un prodotto che gli calzi perfettamente. Il loro scopo è confermarlo nelle opinioni che già possiede, per rassicurarlo e rafforzarlo in quel nucleo identitario che, in quanto cemento del loro incontro sul mercato, va difeso e incentivato. Il lettore di oggi non va esposto ai colpi d’aria.
La formazione di un’opinione pubblica naturalmente è un’altra cosa, e infatti opinione pubblica in Italia, nel senso corretto dell’espressione, in Italia non ce n’è. Ciascuno vive chiuso nel suo orticello identitario, si tiene le idee che già ha, si legge il suo giornale o si sente il suo telegiornale, e nessun media sposta più un voto. A noi, per esempio, questo non piace nemmeno un po’.
Ebbene, il modo in cui ci hanno abituati a leggere riviste e quotidiani è esattamente questo. Quella che dovrebbe teoricamente essere una ricchezza - il pluralismo, l’opinione contraria, la passione avversaria - è uno schiaffo, un tradimento. Questo accade perché i giornali seguono un‘ottica rigorosamente aziendale: individuano un target di riferimento e confezionano al lettore un prodotto che gli calzi perfettamente. Il loro scopo è confermarlo nelle opinioni che già possiede, per rassicurarlo e rafforzarlo in quel nucleo identitario che, in quanto cemento del loro incontro sul mercato, va difeso e incentivato. Il lettore di oggi non va esposto ai colpi d’aria.
La formazione di un’opinione pubblica naturalmente è un’altra cosa, e infatti opinione pubblica in Italia, nel senso corretto dell’espressione, in Italia non ce n’è. Ciascuno vive chiuso nel suo orticello identitario, si tiene le idee che già ha, si legge il suo giornale o si sente il suo telegiornale, e nessun media sposta più un voto. A noi, per esempio, questo non piace nemmeno un po’.
Tags: abbonamenti, commenti, giornali, quotidiano, Remo Bassetti, rivista, target,
03 Gennaio 2010
giudizio:
(71 voti)
Commenti
Parole Sante, io stessa ho
Parole Sante, io stessa ho trovato poco interessanti alcuni blog, ma non per questo ho rinunciato a sostenere GU con l'abbonamento e continuando a leggere i blog che ritengo interessanti. Come in un giornale cartaceo, non si può pretendere di concordare con ogni singolo intervento e basta semplicemente voltare pagina (in questo caso cliccare altri link) se proprio ci si trova in disaccordo con qualche contenuto. In poche parole...lunga vita a Giudizio Universale e in bocca al lupo per il 2010!
risposta precisa ed
risposta precisa ed essenziale
E' la mia speranza. Essere
E' la mia speranza. Essere sempre più esposta a quei rari colpi di vento che ritengo essere molto più salutari di "rassicuranti" climi paludosi. Non abbiamo più tanto coraggio pare. Ma i fuochi nascono spesso da piccole scintille. E.
Ho notato anche io questo
Ho notato anche io questo atteggiamento, sia sul sito che dal vivo. Seguo GU sin dal primo numero, l'ho acquistato ogni mese, poi ho fatto l'abbonamento. Lo scorso anno ne ho sentito la mancanza, e quest'anno il mio regalo di Natale è stato, ancora una volta, l'abbonamento al nuovo GU. Tutto questo nonostante mi sia trovata più volte in disaccordo, con alcuni recensori in particolare; ma mi sembra naturale quando gli articoli sono così tanti e vari. Trovo le recensioni di GU analitiche, motivate, ragionate e puntuali, qualità rare e preziose che secondo me danno valore alle recensioni, le si condivida o meno. Per questo mi piacciono anche quelle recensioni con cui non sono d'accordo, ma in cui trovo chiavi di lettura diverse, che mi fanno vedere le cose da un altro punto di vista e mi portano anche a mettere in discussione il mio giudizio. Caro GU e caro direttore buon 2010, continuate così.
grande remo
grande remo
Perfettamente d'accordo. Buon
Perfettamente d'accordo. Buon 2010 e buon lavoro!
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