La Müller scrive in uno stile molto lirico ma impervio per il lettore. E soprattutto poco adatto al romanzo
di Giampaolo Rugarli
Di Herta Müller, scrittrice romena di lingua tedesca e premio Nobel per la letteratura 2009, so pochissimo. Salvo errori, non credo sia mai stata tradotta in italiano, a eccezione di qualche breve prova e di Herztier proposto dall'editore Keller di Rovereto, e proprio di questi
La Müller, nata nel 1953, per sua fortuna non conosce la guerra, però la dittatura di Ceausescu riesce a soffrirla quasi tutta – scrivo “quasi” perché nel 1987 il futuro premio Nobel ripara in Germania. Due anni dopo la strage di Timisoara prelude alla caduta del tiranno, che, insieme alla moglie Elena, viene gi
Il mio personale amarcord conta poco, mentre conta moltissimo quello della Müller che è la trama de Il paese delle prugne verdi. E' proibito l'uso di forchetta e coltello, bisogna mangiare a morsi; fare cimiteri è una apprezzata attività imprenditoriale, però è vietato suicidarsi; si beve sangue; lettere, telefonate, conversazioni, tutto è intercettato o spiato; interrogatori, pedinamenti, perquisizioni, minacce di morte sono eventualità quotidiane eccetera eccetera.
In questo scenario, Lola, una
Ho tentato una sintesi telegrafica dei materiali narrativi proposti dalla Müller, ma il mio sommario tradisce lo spirito del racconto che in realtà è una rievocazione quasi onirica. L'autrice si abbandona a un suo personale delirio, a una sua allucinazione o a un suo incubo, preoccupata di tutto tranne che di mettere un po' di ordine, e fa strame dei nessi logici, ripete ossessivamente, propone immagini che avrebbero fatto la beatitudine di Freud. La garzantina è ancora più esplicita, e parla di una “lucidità ai limiti della follia, ma capace di poesia e a volte vibrante di paura”.
Della Müller ho letto solo Il paese delle prugne verdi, nient'altro; perciò non posso stabilire confronti con la
Forse la Müller, se già non lo ha fatto, dovrebbe volgersi alla poesia, dove più si vola e meglio è. A ogni modo Il paese delle prugne verdi ha pagine bellissime e momenti sfolgoranti, anche quando fa piangere le dita dei piedi (pag. 196). La scrittrice è sicuramente geniale, e le è consentito un tanto di follia o più esattamente di quel quid che noi, comuni mortali, chiamiamo follia: nondimeno, se volesse darsi una calmata, sarebbe perfetta.
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Commenti
mi sembrano
mi sembrano recensioni/giudizi impietosi non vi è dubbio che la struttura sia complessa, per certi aspetti incomprensibile ma credo che non avrebbe potuto rendere meglio, anche con l'ausilio della "logica" qui invocata, il totale annullamento del pensiero, della libertà e la infinita paura e l'abbruttimento che i regimi totalitari, tutti, sono capaci di creare.
Il romanzo della Muller mi ha
Il romanzo della Muller mi ha letteralmente annoiato. Una scrittura difficile che segue i meandri della mente dell'autrice. Segue un filo logico (logico?) tutto suo. Il Nobel per la letteratura? Perchè?
un paio di ombrelli in più,
un paio di ombrelli in più, anche perché mi sembra inspiegabile il fatto che un Nobel per la LETTERATURA risulti del tutto illeggibile, con sollievo, non solo a me ed alla mia compagna, 113 anni in due ed entrambi psichiatri ( ciò per dire all'ottimo Rugarli che è stato veramente magnanimo nel dare la qualifica di delirio a qualcosa a nostro giudizio semplicemente priva di senso); che sia tutta colpa della traduzione?
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