Ogni estate, nelle città semideserte si ripete il rituale del Gran Mischione. Un'usanza antica e crudele, che trasforma i gelati in vaschetta offerti agli amici in orribili blocchi ghiacciati multigusto. E' giunto il momento di dire basta
di Arrigo Roveda
Un'immagine dei gusti di gelato poco prima della tragedia
Nelle serate più afose di ogni estate, mentre le città si svuotano, scatta la solidarietà tra reduci. Chi ha un impianto di aria condizionata, un terrazzo o anche solo un balcone non esposto al sole del pomeriggio si offre di condividere i suoi privilegi con gli amici rimasti.
E gli invitati si sentono in obbligo di ripagarlo portando generi di conforto. A qualcuno tocca un’insalata di riso, ad altri del vino bianco ghiacciato; i più sfortunati si sentono comandare “porta pure del gelato!”.
Sfortunati perché un gelato, se acquistato in una gelateria d’alta gamma, costerà più che se si fosse passata la serata al ristorante, ma sfortunati soprattutto perché, al cospetto delle vaschette colorate, i “portatori di gelato” dovranno scegliere secondo gusti di commensali reduci che non si conoscono.
Il primo dilemma è di categoria: creme o frutta? Siccome i portatori sono spesso almeno due, nessuno dei partiti è destinato a prevalere. Le vaschette, e il costo, raddoppiano. Quando poi si deve decidere come riempirle si parte con un paio di gusti di proprio gradimento (cioccolato e pistacchio? fragola e limone?), dopo ci si ricorda delle preferenze del padrone di casa (nocciola e fiordilatte? frutti di bosco e anguria?) e infine si aggiunge qualche variante per far capire che, senza badare a spese, ci si è serviti in un posto figo (cioccolato all’arancia e al peperoncino? fico e pera?). Le vaschette termiche si colorano di piccole strisce multicolore.
A fine cena, estratti dal freezer i parallelepipedi di polistirolo bianco, dopo le prime picozzate sul gelato durissimo si inizia la distribuzione secondo richiesta (“che gusto preferisci?”), ma i gusti si sovrappongono indistintamente e la nocciola cala in coppetta macchiata dall’odiato pistacchio, il peperoncino finisce assieme allo yogurt, tutto a comporre un variegato che manda in vacca le ponderate scelte dei portatori. Ben presto la composizione di colori e sapori degrada in quel Gran Mischione che, alla fine di una serata a 35 gradi, decidete di rimettere nel freezer in un avanzo liquefatto.
Chi porta il gelato a casa di amici deve rinunciare a forme ibride di maggioranza pluripartito. O si sceglie il monocolore di democristiana memoria (un gusto una vaschetta) o si sciolgono le Camere e tutti liberi in gelateria a spendere come meglio si crede i propri due euro di gelato. L’estate in città è già lunga e dura anche senza il Gran Mischione.
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Gelato sciolto in vaschetta
Commenti
Fantastico! Molto bello.
Fantastico! Molto bello.
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