Un attore fallito riciclato logopedista e un sovrano inglese che teme di non saper governare. Sul testo di David Seidler reso noto da una traduzione per il grande schermo, Luca Barbareschi firma una regia che lo vede protagonista anche in scena. Intrattenimento garbato, senza sorprese
di Nicola Arrigoni
Una riflessione sul linguaggio, la forza della parola teatrale che trasforma la realtà e, in controluce, la parola che salva dall’abisso del nazismo la civilissima Inghilterra: questo il sottotesto de Il Discorso del Re di David Seidler, portato all’onore della cronaca sul grande schermo da Tom Hooper (leggi la nostra recensione) con cast stellare e in teatro da Luca Barbareschi.
E' la storia di Albert, futuro Giorgio VI (Filippo Dini), che salì al trono dopo aver sconfitto la balbuzie grazie al logopedista Lionel (Barbareschi), in realtà un attore australiano fallito. E' anche una storia di amicizia fra un attore e il futuro re d’Inghilterra, è la storia del fallimento attoriale di Lionel e della debolezza di Albert, sullo sfondo l’orrore della dittatura nazifascista e della guerra.
Barbareschi — regista, traduttore e produttore — risolve tutto ciò con uno spettacolo che, grazie alle scene trasparenti e mobili di Massimiliano Nocente, cerca un movimento sfruttando il il fascino dei cambi scena: su tre parallelepipedi mobili si alternano video d’epoca, che delineano lo spazio e il tempo, nello scenario storico dell’Europa alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale.
I disegni luce di Iuraj Saleri, così come i costumi di Andrea Viotti sono didascalici e forniscono i confini visivi di una scena che è racconto e memoria, emotivamente sottolineati dalle musiche di Marco Zurzolo. L’effetto è inzialmente gradevole, ma anche un po’ prevedibile. Contribuisce a dare eleganza visiva ad un narrare che sta tutto nell’intimità del rapporto d’amicizia fra un attore che non sa fare l’attore e un Re che non sa di poter essere sovrano di Inghilterra.
In tutto ciò Filippo Dini è un Bertie prima impacciato e poi sempre più spigliato, grazie alla cura del suo logopedista un po’ psicologo Lionel, una sorta di brutto anatroccolo destinato a diventare cigno. E tutto ciò si verifica per la sfrontata sicumera di quell’attore australiano fallito ma che non si rassegna alla passionaccia per il palcoscenico: in quei panni Luca Barbareschi sta bene, sguazza, eccede, ammicca, si prende il gusto del bel dire e della macchietta. Il pubblico apprezza, ride, sorride, applaude i due protagonisti: Dini più dimesso, contenuto e Barbareschi capocomico affamato di ribalta ed eccessivo. Intorno a loro i comprimari: Astrid Meloni, Chiara Claudi, Roberto Mantovani, Ruggero Cara, Mauro Santopietro, Giancarlo Previati che altro non sono che funzioni caratterizzate di un rapporto a due fra l’attor mancato e il re svelato....
Ovviamente tutto ne Il Discorso del Re è chiaro, detto, spiegato con la recitazione, con i video, con i costumi: nessuna fatica, insomma, per uno spettacolo che svelato in tutte le componenti che sottoutilizza le sue potenzialità drammaturgiche o le fa galleggiare nell’aria, in nome di un intrattenimento svolto con garbo e compiacenza. E allora anche il pensare al film di Tom Hooper è esiziale: non serve e non solo perché non c’è confronto possibile fra due linguaggi diversi, ma anche perché la stessa parentela testuale è lontana, ininfluente.
Tags: Colin Firth, IL DISCORSO DEL RE, luca barbareschi, Nicola Arrigoni, Nicola Arrigoni, recensione, teatro,
Il discorso del Re, di David Seidler, regia di Luca Barbareschi
Visto a: teatro Ponchielli di Cremona, 20 dicembre 2012.
Tournée: 9 gennaio, San Marino - Teatro Nuovo Dogana; 10 e 11 Gennaio, Teramo - Teatro Comunale; 12 e 13 gennaio - Teatro Ventidio Basso; 14 Gennaio, Camerino (Macerata) – Teatro Filippo Marchetti, 16-27 Gennaio, Napoli – Teatro Diana; 1, 2 e 3 Febbraio, Barletta (Bari) – Teatro Curci; 5-7 Febbraio, Siena - Teatro dei Rinnovati, 8-10 Febbraio, Pesaro - Teatro Rossini; 12 e 13 Febbraio, Vicenza – Teatro Comunale; 14 Febbraio, Mantova – Teatro Sociale; 15 - 17 Febbraio, Pavia- Teatro Fraschini; 18 Febbraio, Cassano Magnago (Varese) – Teatro Auditorio; 19 Febbraio Villadossola (Verbanio Cusio Ossola) – Teatro La Fabbrica; 20 Febbraio, Vercelli – Teatro Civico; 22, 23 e 24 Febbraio, Treviso – Teatro Comunale; 26 Febbraio - 3 Marzo, Bergamo - Teatro Donizetti; 4 Marzo, Alba (Cuneo) – Teatro sociale Giorgio Busca; 5 -10 Marzo, Torino – Teatro Carignano
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