di Faina
Il piano B studiato da B, come svela il consueto retroscena di Repubblica, apre uno scenario più che inquietante, esilarante. Perché diciamocelo: tutti noi, simpatizzanti o antipatizzanti, abbiamo sempre pensato che il regno sarebbe finito col botto. Fuoco d'artificio o crollo delle macerie, dipende appunto dai gusti, ma una cosa era certa: niente declino. “Muoia Sansone con tutti i filistei”, l'ha detto proprio Lui una volta, o forse “Dopo di me il diluvio”: in fuga ad Antigua per fondare una vera repubblica delle banane, o in coda alla Caritas per un pasto caldo, come una volta si lasciò scappare D'Alema per poi subito smentirsi. Con il tradimento di Bondi o con l'abrogazione totale della Costituzione, insomma così ce l'eravamo sempre immaginata la fine del ventennio: spettacolare, eccessiva, come tutto il suo regno.
Invece ecco quello che si prospetta: Letta o Alfano premier, e B ministro di quel governo. Certo una roba importante, come gli Esteri, ma starebbe già un gradino sotto. Immaginiamo le tappe successive: nella prossima legislatura, sottosegretario di un ministero senza portafoglio, o vicepresidente di una commissione parlamentare. Poi magari alla guida della neonata provincia di Vallo della Lucania. E via via, giù per li rami di un cursus honorum che altri hanno faticosamente scalato e che Lui saltò a pie' pari nei primi tre mesi del '94. Giù, ma lentamente. Fino a ritrovarlo, a novantasette anni, come assessore ai Giardinetti nel comune di Paderno Dugnano.
Tags: Berlusconi, Faina, piano B, repubblica,
Commenti
dici, eh? però l'amico vladi
dici, eh? però l'amico vladi viene dalla scuola kgb, è abituato a tirare le fila nell'ombra. l'amico silvi viene dalla scuola della tv, se non è visibile e visto si sente dissolvere...
E' il metodo putin
E' il metodo putin
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