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LIBRI

Una rieducazione cinese

Il romanzo autobiografico di Kang Zhengguo racconta la sorte di molti studenti all'epoca di Mao. Ecco un estratto dell'intervista di AgiChina24 alla traduttrice, Serena Zuccheri


di Sonia Montrella e Alessandra Spalletta


AGI.JPGModerna e antica, democratica e antidemocratica, arretrata e progredita; questi e mille altri sono gli epiteti, spesso contrastanti, usati per descrivere la Cina: un Paese immenso, ricco di cultura e storia, difficile da inquadrare. Ma per quanto lontana geograficamente e culturalmente, la Cina non è così diversa dagli altri Paesi e, come tutti, ha vissuto periodi di grande splendore – tra i quali forse potremmo inserire quello attuale – e periodi bui. Ed è proprio quest’ultimo che fa da sfondo alle vicende autobiografiche raccontate da Kang Zhengguo nella sua ultima opera Esercizi di rieducazione
 
Agichina24 ha intervistato la traduttrice del libro, la sinologa Serena Zuccheri, che descrive così il protagonista: “Kang è un uomo coraggioso che dopo aver vissuto sulla propria pelle i capovolgimenti politici della Cina, dalla fondazione della Repubblica Popolare nel 1949 agli incidenti di Piazza Tian'anmen nel 1989, decide di lasciare il proprio Paese e ricominciare una nuova vita in America”.
 
Il titolo sintetizza una realtà che per anni ha rappresentato la quotidianità di molti, un destino imposto dall’alto cui non ci si poteva sottrarre: “Nel corso della sua vita Kang Zhengguo è costretto più volte a rieducare il proprio pensiero, a rinnegare le sue origini 'borghesi', ad abbandonare la sua passione per la letteratura e la formazione accademica, e a conformarsi alle nuove direttive politiche, ideologiche e culturali emanate dal Partito comunista cinese (Pcc). La rieducazione ideologica di Kang Zhengguo segue le regole del tempo:
espulsione dall'università, confessioni scritte, autocritica, processi pubblici e spedizione nelle campagne, in campi di lavoro, a svolgere lavori manuali e a studiare contemporaneamente l'unica ideologia permessa
, quella del Grande Timoniere, Mao Zedong. Il processo rieducativo di Kang è fatto di tutto questo, di un esercizio costante per cercare di 'correggere' la sua condotta morale, una fatica estenuante” continua.
 
Quello di Kang Zhengguo non è un caso isolato: “tutte le storie degli studenti cinesi di quegli anni per molti versi si assomigliano per il fatto di essersi svolte sotto il segno delle varie campagne di critica o di educazione di massa che si sono succedute come ondate fino al punto di far perdere la testa, di ridurre al silenzio i testimoni, di creare alla fine una connivenza tra carnefici e vittime. E questa connivenza ancora è di ostacolo oggi, in Cina, al libero fluire della narrazione di quegli anni che non furono, come qualcuno sostiene, 'grandi e terribili' ma soltanto terribili” racconta la sinologa Renata Pisu nella prefazione al libro.
 
"Credo che la propaganda in Cina sia ancora molto forte, altrimenti non sarebbe il Paese che è - spiega Serena Zuccheri - .Chi decide di non seguire le direttive del Partito, e di conseguenza la sua propaganda, esprime le sue perplessità in altri modi o lontano dal Paese, magari scegliendo l'anonimato o correndo il rischio di dire la sua su temi che per la dirigenza politica cinese continuano ad essere dei nervi scoperti. Ma molto spesso in Cina il silenzio è la miglior arma di difesa”. Un silenzio che però non coincide con un’ anestesia mentale, non è il silenzio di chi non si pone domande, di chi accetta passivamente gli eventi.
 
Ma quanti sono i cinesi che guardano la propria società con occhi critici? Sono in molti a chiedersi se in Cina esiste o meno un coscienza civile che riguardi non solo gli intellettuali ma anche la gente comune, e una risposta è stata fornita dalla traduttrice di Esercizi di rieducazione: “Credo che ad oggi la dirigenza politica e gli intellettuali cinesi siano ben consapevoli degli sforzi fatti per recuperare gli errori del passato e per aver dato la possibilità al popolo cinese di vivere una vita quanto meno dignitosa. La società cinese ne è cosciente e forse è anche per via del miglioramento di vita acquisito che preferisce tacere”. La Nuova Cina è molto diversa da quella di soli 20-30 anni fa, trasformata da importanti cambiamenti economici, politici e sociali. Cambiata al punto che forse appare irriconoscibile agli occhi di un cinese che molti anni fa è fuggito dal proprio Paese. 
 
Un Paese e due percezioni quindi, quella di chi è emigrato e quella di chi è rimasto: “Il prezzo per essere diventata uno dei Giganti dell'Asia per alcuni è stato caro”, conclude Serena Zuccheri, “Probabilmente chi ha deciso di rimanere ha saputo aspettare pazientemente di veder cambiare il proprio paese, e ora ne gode i frutti, nonostante la sofferenza provata e vissuta. Storicamente parlando, il passato è incancellabile, ma quello che oggi la Cina offre ai suoi figli può anche essere considerato una sorta di riscatto sociale. Lo stesso Kang Zhengguo probabilmente ne è consapevole quando, negli ultimi capitoli della sua storia, ci racconta di come suo figlio decida di ritornare in Cina per lavoro. La visione della Cina odierna che Kang Zhengguo percepisce attraverso gli occhi del figlio non è più catastrofica come un tempo”.



Tags: agichina24, Alessandra Spalletta, cina, Esercizi di rieducazione, Kang Zhengguo, Laterza, mao, partito comunista, repubblica popolare cinese, Sonia Montrella,
26 Aprile 2010

Oggetto recensito:

Kang Zhengguo, Esercizi di rieducazione, Laterza 2010, p. 474, euro 22

giudizio:



7.696098
Media: 7.7 (41 voti)

Commenti

non capisco come si faccia ad

non capisco come si faccia ad affermare che la cina odierna abbia fatto dei passi avanti verso la civiltà. Si dimentica il fatto che l'informazione sia strettamente controllata (e gli attriti con Google non sono che ultima testimonianza di ciò), che le condizioni di lavoro operaio siano perlopiù disumane al fine di aumentare a basso costo la produttività? Ha davvero fatto dei passi avanti alla luce di tutto questo?

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