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LIBRI - NARRATIVA

Solar, il solito bravo McEwan

Nel suo ultimo romanzo l'autore di Espiazione racconta di uno scienziato mediocre ma potente che per inerzia arriva a delinquere: una grande abilità a dipingere la banalità del male, ma ormai è sempre la stessa storia


di Alessandra Montrucchio


Michael Beard è uno di quegli uomini che ci meravigliamo di vedere accanto a donne belle e giovani: tracagnotto, pelaticcio, quasi vecchio. Oltretutto è poco simpatico, anaffettivo, infedele. Ma ha il potere: ha vinto il Premio Nobel per la fisica, e questo gli ha valso un centro di ricerca sulle energie rinnovabili che lui dirige senza entusiasmo e senza idee. Non distingue i collaboratori l’uno dall’altro, non ha un’intuizione da lustri e l’unica domanda che si pone è come gli sia capitato di trasformarsi da scienziato in burocrate. E così passano gli anni, tra un matrimonio e un divorzio, tra un convegno e una cena. 
 
Finché tra i collaboratori non ne arriva uno che non solo ha una buona idea, ma gli soffia la moglie e, come se non bastasse, osa tirare le cuoia nel suo salotto: perché non mascherare un incidente da omicidio – addossandolo all’altro amante della moglie – e appropriarsi della buona idea? Michael Beard esegue, e gli anni riprendono a passare tra una figlia indesiderata e il lavoro (rubato) sulla fotosintesi artificiale. Peccato che i nodi abbiano la brutta abitudine di venire al pettine.
 
C’è molto di bello, in Solar. Innanzitutto, il ritratto di un uomo ignobile eppure affascinante: la sua pigrizia, la sua alienazione, le sue tentazioni, le sue bassezze e la sua autoindulgenza assomigliano troppo alle nostre perché non ci venga da riconoscerci almeno un po’ in lui. Senza contare che McEwan è bravissimo a raccontare la banalità del male, la naturalezza con cui, senza intenzione e quasi senza partecipazione, come per inerzia, si può delinquere.
 
Altra cosa in cui McEwan eccelle è ritrarre il mondo intellettuale e scientifico. Pagina dopo pagina, la vicenda privata di Beard si intreccia a fatti e misfatti di un universo in cui convivono giovani e vecchi, cialtroni e geni, lavativi e stacanovisti, in una miscela perfetta di sarcasmo e umorismo: il pianeta va a rotoli e a nessuno importa, a meno che non possa approfittare del surriscaldamento globale per mettersi in mostra.
 
Venendo alle note dolenti, sono le solite degli ultimi libri di McEwan. La struttura: troppa insistenza sulle premesse, ristagno nello svolgimento, fretta nelle conclusioni. Di conseguenza ne patisce il ritmo, vivace nella prima parte, immobile nella seconda, zoppicante nell’ultima. E poi: ma perché un autore così abile non prova, almeno una volta, a scrivere qualcosa di diverso? In fondo, con Solar, l’impressione è di leggere sì un bel libro, ma che si è già letto almeno tre volte.



Tags: Alessandra Montrucchio, chesil beach, delitto, Einaudi, energia, espiazione, fotosintesi, ian mcewan, male, mediocrità, sabato, scienziati, Solar, traduzione,
28 Dicembre 2011

Oggetto recensito:

Ian McEwan, Solar, Einaudi 2010, p. 340, EURO 20

La traduttrice: Susanna Basso, brava come sempre
La traduzione, però: un po’ più di attenzione alle concordanze verbali nei flashback non avrebbe guastato, e nemmeno usare un po’ meno il verbo sbalordire e derivati
Un errore evitabile: chiamare Humboldt University, e non Humboldt Universität, il famoso ateneo berlinese
I romanzi recenti di McEwan: Espiazione, Sabato, Chesil Beach
I romanzi must: Il giardino di cemento, Lettera a Berlino e L’amore fatale
I romanzi evitabili: Amsterdam e Chesil Beach
Un esempio di humour riuscito: “Non nutriva alcuna fiducia in chi indossava un berretto da baseball lontano da un campo da baseball, indipendentemente dal verso della visiera” (p. 42)
Un esempio di humour non riuscito: “La situazione era grave, per non dire gravida” (p. 210: l’amante di Beard gli ha appena annunciato di essere incinta)

giudizio:



8.669997
Media: 8.7 (3 voti)

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