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FILM

Un imbranato di successo

Arriva domani nelle sale italiane Diario di una schiappa, trasposizione cinematografica del libro di Jeff Kinney. Il suo Greg è uno studente delle scuole medie che non ha la magia di Harry Potter o l'appeal di Zack Efron, ma viene promosso a pieni voti dalla pagina scritta (e disegnata) al grande schermo


di Andrea B. Previtera


Ah, quanti ricordi in un epiteto. “Schiappa”, e vengono a galla dal fondo della memoria tutte le palle fatte volare sopra la traversa, tutte le cadute rovinose in bicicletta, le letterine d'amore finite nelle mani sbagliate, e quelle stracciate dalle mani che si presumevano giuste. Giorni poco adatti alle pagine di un diario.
 
Eppure c'è questo Jeff, Jeff Kinney, che dal 2007 ad oggi ne ha pubblicate più di mille. Le pagine un po' scritte e un po' illustrate del diario di Greg, undicenne alle prese con gli schiappismi d'oltreoceano delle scuole medie americane: non riuscire ad essere ammessi a un certo club, essere emarginati alla mensa, subire vessazioni alle lezioni di wrestling, e tutte quelle altre cose che a Zack Efron non accadrebbero mai.
 
Greg non frequenta gufi parlanti, non è iscritto a scuole di magia, eppure eccolo qui a passare con disinvoltura - in tutta la sua schiappedine – dalla carta stampata alla pellicola. Primo volume (di cinque, fin'ora) e dunque primo lungometraggio: Diario di una Schiappa.
 diario_di_una_schiappa.jpg
Di storie più o meno grottesche su ragazzi di età varie e i loro microcosmi scolastici e familiari, il cinema statunitense ne ha vomitate una colorita valanga fin dai primi anni 80. Il bullo, il bambino ciccione, il disadattato, il fratellone prepotente, la ragazzina bella e oca, quella diabolica, quella cupa e cerebrale... Sono un pantheon di cui ormai conosciamo a memoria le dinamiche, così come familiari ci sono i fondali standard del campo sportivo, della strada popolata di villini copia-e-incolla, della cameretta disordinata con calzini sporchi d'ordinanza. Dove inizia e dove finisce dunque la diversità del dipinto di Kinney? E, qualunque cosa abbia fatto evaporare quaranta milioni di copie della versione cartacea dagli scaffali delle librerie, è riuscito a percolare oltre la lente della macchina da presa? Parrebbe di sì.
 
Perchè il mondo di Greg resta quello adeguato ad un film per famiglie: tutti gli angoli del caso smussati a dovere così che nessuno si faccia male, senza tuttavia escludere parentesi nel politicamente scorretto. Così non tutti i fili delle marionette finiscono dove ci si aspetterebbe, ma allo stesso tempo non ci sono forzature: niente improvvise ed improbabili trasformazioni ma piuttosto un percorso (a ostacoli) di formazione che farà sorridere con un filo di nostalgia l'ala adulta del pubblico.
 
Leggero, divertente, a cavallo tra la commedia e il fumetto. Persino l'”io narrante”, strumento il cui uso andrebbe sanzionato dal tribunale internazionale dell'Aja, qui riesce a risultare piacevole tra gli alti e bassi degli ingenui e immaginifici sogni di gloria del protagonista. Dunque una schiappa godibile, brillante, dai toni adolescenziali ma non puerili, da vedere anche con prole. Incrociando le dita perchè nell'uscire dal cinema non arrivi fatale la domanda: “Papà, ma anche tu da piccolo eri così?”.



Tags: Andrea B. Previtera, Diario di una schiappa, film per bambini, Greg, Jeff Kinney, recensione, scuola, Thor Freudenthal, Zachary Gordon,
26 Luglio 2011

Oggetto recensito:

Diario di una schiappa, di Thor Freudenthal, USA 2010, 94 m

giudizio:



7.364349
Media: 7.4 (23 voti)

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