FILM
In Viva la Libertà Toni Servillo si sdoppia: è il leader "latitante" di un partito favorito alle elezioni, ed è il suo gemello con problemi psichici. Recuperato dall'assistente personale (Valerio Mastandrea) del primo per rimpiazzare il fratello, finisce per cambiare davvero le cose. Una riflessione politico-esistenziale alla vigilia delle elezioni
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Questo è un film che sollecita contemporaneamente due facoltà opposte: la memoria e l'oblio. Per quanto concerne la memoria, i filoni si sdoppiano e si ritorna da un lato al film Il portaborse di Daniele Lucchetti (1991) che re-inaugurava il filone politico-civile poi portato avanti da Nanni Moretti con il Caimano (2006). Entrambi profetici per difetto, con l'allora onorevole Giulio Di Donato appostato nottetempo fra i velluti rossi delle poltrone per vedere il primo e dare immantinente fiato a tutto lo sdegnato orgoglio socialista, liquefatto pochi mesi dopo dallo scandalo
15 Febbraio 2013