In Viva la Libertà Toni Servillo si sdoppia: è il leader "latitante" di un partito favorito alle elezioni, ed è il suo gemello con problemi psichici. Recuperato dall'assistente personale (Valerio Mastandrea) del primo per rimpiazzare il fratello, finisce per cambiare davvero le cose. Una riflessione politico-esistenziale alla vigilia delle elezioni
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Questo è un film che sollecita contemporaneamente due facoltà opposte: la memoria e l'oblio. Per quanto concerne la memoria, i filoni si sdoppiano e si ritorna da un lato al film Il portaborse di Daniele Lucchetti (1991) che re-inaugurava il filone politico-civile poi portato avanti da Nanni Moretti con il Caimano (2006). Entrambi profetici per difetto, con l'allora onorevole Giulio Di Donato appostato nottetempo fra i velluti rossi delle poltrone per vedere il primo e dare immantinente fiato a tutto lo sdegnato orgoglio socialista, liquefatto pochi mesi dopo dallo scandalo
Che cosa succederebbe se tutti gli immigrati sparissero di colpo? Ce lo siamo chiesti tante volte, Francesco Patierno ce lo fa vedere in Cose dell'altro mondo. Pellicola osteggiata dalla Lega ancora prima di uscire, riesce a dimostrare più che a divertire. Con Valerio Mastrandrea e il "terrunciello" in palese difficoltà con l'accento del nordest
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Nella sua Grammatica della fantasia (Einaudi, 1974) Gianni Rodari dedicava un intero capitolo al tema: ”Cosa succederrebbe se....” a suffragio dello sviluppo di ipotesi fantastiche, che tanta parte hanno in qualsiasi forma di narrazione. Domanda adottata anche dal film di Patierno, che immagina l’improvvisa scomparsa di tutti, ma proprio tutti gli stranieri in una cittadina del nord est che in origine doveva essere Treviso. Invece è poi diventata Bassano del Grappa, in seguito al veto del sindaco leghista Gian Paolo Gobbo alla concessione dei necessari permessi. Ostili