LIBRI
Nella raccolta Piramide, Mankell racconta i primi anni in polizia del suo eroe Kurt Wallander. E ci fa capire perché la crisi dello stato sociale e il successo del giallo scandinavo sono due facce della stessa medaglia
di
Giampaolo Simi
Se la letteratura si nutre di paradossi, forse è in uno di questi che affonda saldamente le radici il boom del giallo svedese da esportazione. Lo si capisce abbastanza bene leggendo Piramide di Henning Mankell, antologia che racconta il principio ma sancisce la fine editoriale della saga di Kurt Wallander. Giacché, ricordiamolo, in principio non fu Stieg Larsson. Molto più in principio di Mankell ci sono stati Maj Sjöwall e Per Wahlöö, pubblicati da Garzanti e premiati a Cattolica nel remoto 1973. I due scrissero una decina di buoni gialli, recentemente ripr
09 Dicembre 2009