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LIBRI

In Manualetto pratico a uso dello scrittore ignorante, Filippo Tuena racconta le vicende di un malcapitato aspirante autore


di Giampaolo Simi

“Chi manoscrive è perduto”, sentenziava Umberto Eco nella prefazione a 21 modi di non pubblicare un libro, esilarante e sapido libello di Mauro Mauri apparso qualche anno fa. Scherzava, ma, trattandosi di Eco, mica poi tanto. Sul diffondersi endemico della figura del manoscrittaro che sventaglia le case editrici con il proprio romanzo inedito, ritorna oggi Manualetto pratico a uso dello scrittore ignorante di Filippo Tuena, uscito per Mattioli 1885. In poco più di cento, felici pagine, Tuena coniuga in un futuro che sa di ineluttabile ruzzolare verso l'abisso la stori
28 Giugno 2010

LIBRI

Non voleva che la sua ultima bozza di romanzo fosse pubblicata. Ora che è uscita per Adelphi, la recensisce per noi chi l'aveva già sfogliata inedita, tra le mani del figlio dello scrittore


di Sandra Petrignani

Era la fine d’ottobre del 1989, presi un aereo per Losanna e un treno fino a Montreux, dove dovevo incontrare Dmitri Nabokov, unico figlio dello scrittore che avevo amato forse più di ogni altro fino a quel momento. Al Palace Hotel (dove avevo fatto in modo di prenotare una stanza) viveva ancora Vera, l’amatissima moglie di Vladimir Nabokov. Nel ’61, data del loro ritorno in Europa dagli Usa, avevano scelto, ma sarebbe più giusto dire Vladimir aveva scelto, di non avere casa, ma vivere per sempre in albergo. Ricordo l’emozione, affacciandomi sul lago Lema
31 Dicembre 2009