Tragedia e commedia, proprio come voleva il Bardo. La duplice anima di Racconto d'inverno viene restituita dall'allestimento di Ferdinando Bruni e Elio Capitani, registi e interpreti della gelosia omicida di Re Leonte di Sicilia.
di Giovanni Desideri
Due spettacoli in uno, come fu scritto da Shakespeare: cupissima tragedia e colorata commedia insieme. Una messa in scena su sfondo bianco, luci ora livide ora solari, e costumi come eleganti macchie di colore, secondo l’allestimento del Teatro Elfo Puccini di Milano che lo porta in tournèe ancora per alcune date.
È il Racconto d’inverno, un titolo quasi reinterpretato dalla traduzione di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani, nomi storici della stessa compagnia, con una quantità di parlate dialettali, soprattutto nella seconda parte, quando “il popolo” arriva in primo piano con tutte le sue lingue, dal napoletano all’emiliano al piemontese, e un’allegria primigenia che ricorda l'ambientazione popolaresca dei film di Pasolini ed Ermanno Olmi; quella vitalità che resta forse l’impressione dominante tornando a casa, nonostante la tragedia che abita la prima parte. Un vero doppio spettacolo, si diceva.
Questo Winter’s tale, inoltre, con aggiornamenti ai nostri tempi: ad esempio il mariuolo Autolico, che parla in napoletano, come un personaggio tra commedia dell’arte e avanspettacolo, vende dischi in vinile; prima ancora c'è il cortigiano Cleomene, che quando veste i panni di un cardinale, tra Francis Bacon e il Buñuel del Fascino discreto della borghesia, introduce l'unica "macchia di rosso" sul fondo bianco di una scenografia essenziale funzionale all’andamento scorrevole dell'allestimento (due scheletri di palazzi ai lati della scena, pochi mobili mossi agevolmente secondo le esigenze).
La gelosia del re di Sicilia Leonte è autentica pazzia, più ancora che quella di Otello: Ferdinando Bruni interpreta magistralmente questo ruolo da mattatore, tra abiti regali prima e la coperta che l'insonne, poi. Il personaggio si mostra chiuso e paranoico anche di fronte a un’intera corte che tenta di convincerlo della fedeltà di sua moglie Ermione, effettivamente incinta di Leonte stesso, non del sospettato amico fraterno, il re di Boemia Polissene, in quel momento ospite a palazzo.
Ermione sarà arrestata e processata, morirà di crepacuore come il primogenito Mamillio, ma non prima di aver dato alla luce Perdìta, che invece verrà salvata e crescerà tra i pastori in Boemia: è lei la protagonista della seconda parte, della fuga d'amore sedici anni dopo in Sicilia. Qui è ambientato il finale fantastico, in cui una statua raffigurante Ermione riprende vita e posto a corte, un passaggio onirico reso in scena con ricorso all’amplificazione delle voci. Arriva quindi l'happy ending ma solo a metà, dove si celebrano le nozze dei giovani, e allo stesso tempo commemora la perdita del primo figlio.
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Racconto d'inverno, di William Shakespeare, regia di Elio Capitani e Ferdinando Bruni
Visto a: Teatro Concordia di San Benedetto del Tronto, martedì 28 febbraio
Tournèe: al Teatro Novelli di Rimini il 10 e l'11 marzo 2012; al Teatro Nuovo Giovanni da Udine 14 - 17 marzo 2012; al Teatro Sala Argentia Gorgonzola il 20 marzo 2012; al
Teatro Cagnoni di Vigevano (PV) 21 - 23 marzo 2012
Sostituzioni: nel corso di questa lunga tournée sono cambiati gli interpreti di alcuni ruoli, per esempio lo stesso De Capitani è ora sostituito da un ottimo Cristian Giammarini nei panni del re Polissene.
Il resto del cast: Oltre a Bruni (che interpreta anche il caratteristico personaggio che è Il Tempo, che spiega l’ellissi tra la prima e la seconda parte del testo), gli altri interpreti, tutti molto bravi, erano Elena Russo Arman (un bel timbro di voce per Ermione e Dorca), Cristina Crippa (Paulina, resa con tutta la leggerezza compatibile con un momenti tragici, e Mopsa), Luca Toracca (Cleomene e sguattero), Vincenzo Giordano (istrionico e applauditissimo Autolico, e carceriere), Nicola Stravalaci (Camillo), Enzo Curcurù (Antigono e cuoco), Alejandro Bruni Ocaña (Florizel), Camilla Semino Favro (Perdìta e Mamillio), Umberto Petranca (notevole nei panni dello zotico, indi come Archidamo e medico).
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