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TEATRO

Nella Morsa del triangolo

Lui, lei e l'altro: il classico menàge a trois diventa un saggio sulla crudeltà nei rapporti umani. Arturo Cirillo (anche regista) e Sandro Lombardi sono i rivali d'amore di questo "epilogo in un atto" firmato dal primo Pirandello, che ha da poco debuttato al Museo Bargello di Firenze


di Sergio Buttiglieri

foto di Marcello Norberth


Un triangolo canonico, niente di nuovo sotto il sole direbbe qualcuno. Eppure, a distanza ormai di un secolo, il testo di Pirandello è ancora fonte di pervicaci riflessioni sull’animo umano.
A rileggere La Morsa, feroce piccolo lavoro di un dissezionatore infaticabile del decoro borghese, questa volta abbiamo trovato Sandro Lombardi e Arturo Cirillo accompagnati da Marta Richeldi come efficace interprete.
 
Un cast d‘eccezione in un contesto altrettanto speciale come quello del Museo del Bargello di Firenze, in questo periodo ancora più affascinante perchè sede della deliziosa mostra (visitabile gratuitamente, prima o dopo lo spettacolo) su Bartolomeo Ammannati, uno dei più ammirati scultori del periodo mediceo che ancora oggi popola piazza della Signoria col suo imperturbabile Nettuno.
 
Nella pièce il terzetto si sbrana senza ritegno facendo finta di scoprire all’improvviso che l’altra lo tradiva con l’amico avvocato e che l’altro forse se ne era accorto solo quella volta che... Tutte balle. Il vero oggetto del contendere non sono i reciproci tradimenti, ma il bisogno di ribadire costantemente il proprio potere nei rapporti con gli altri. Un desiderio tanto più spietato quanto più grande è il disprezzo per il prossimo, intralcio al nostro stare adeguatamente in scena senza fastidiose ombre che ci oscurino la luce.
 la morsa2.jpg
Cirillo, con quella sua melliflua parlata partenopea è un grigio anonimo avvocatucolo di provincia, il perfetto contraltare alla cinica figura del marito, interpretata con estrema misura da Sandro Lombardi, capace di restituirci appieno l'immagine di un capoclan che, dopo il suicidio della moglie Giulia, non si capisce se rida fra sé e sé o pianga per non avere più a disposizione lo spettatore principale del suo narcisismo perverso.
 
La scena è popolata dalle sedie Thonet e dai ritratti di famiglia: tutto accumulato e a frammenti, come accumulato e a frammenti è il sordo livore che anima il terzetto. Non c’è amore, non c’è stima fra i tre: solo risentimenti, solo desideri di avere la meglio sui restanti. Pronti a riapparire in scena senza attaccamenti, ingombranti e inutili se non per soddisfare il primitivo bisogno di sottomettere l'altro: il loro andare in scena è perfettamente esemplificato dal modo in cui, a turno, i due mostri sacri del teatro entrano nei panni della iconica domestica, dimostrando come si possa recitare la parte del subordinato e servizievole e al contempo quella del deus ex machina degli avvenimenti.
 
Come ci fa notare Sandro Lombardi nelle note al testo, qui ci troviamo di fronte ad un'asimmetria, ad una inquietante distonia insita nel testo pirandelliano e che il regista ha intelligentemente messo in luce con i rumori ferini fuori scena, con la presenza di un sentore di liquido malariale tutto attorno ai tre torturatori/torturati, omaggio all'espressione di “stanze della tortura” a suo tempo coniata da Giovanni Macchia proprio per definire lo spazio simbolico in cui si muovono i vari personaggi pirandelliani.
 
Ma la bellezza del testo sta anche in questo suo essere una storia lineare, come può essere lineare l’epilogo di una storia di corna, che contemporaneamente nasconde vari sottotesti, incastonati nelle menti di questi eterni insoddisfatti. Un lavoro di scavo nelle convenzioni, nei compromessi, nelle ambizioni racchiuse, nelle vite non risolte che ognuno di noi si porta appresso per tutta l’esistenza. Ce le si rivede a teatro davanti ad un magistrale trio, che ci lascia senza parole per la sua lucidità e la sua precisione calligrafica.



Tags: Arturo Cirillo, La Morsa, Luigi Pirandello, Marta Richeldi, recensione, Sandro Lombardi, Sergio Buttiglieri, teatro,
27 Maggio 2011

Oggetto recensito:

La Morsa, di Luigi Pirandello, regia di Arturo Cirillo

Repliche: fino al 12 giugno, sempre nel cortile del Bargello a Firenze

giudizio:



9
Media: 9 (2 voti)

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