Che cosa fa un'orchestra di fronte a un podio vuoto? Sperimenta l'autogestione musicale. E' il caso di un collettivo internazionale di 49 giovani strumentisti (e nessun direttore) nato tra Modena e Firenze, ma già pronto a fuggire all'estero. Ecco le prossime occasioni per vederli suonare
di Giovanni Desideri
Le foto si riferiscono al concerto tenuto al Teatro comunale di Modena il 7/12/2010
Attimi di silenzio. L’orchestra è pronta sul palco, nel buio del teatro il pubblico attende, invisibile. Dovrebbe arrivare il direttore, e invece arrivano gli squilli di fanfara che segnano l’avvio della Prima sinfonia di Schumann, in si bemolle maggiore, op. 38, detta La primavera. Sul podio: nessuno. Musica autogestita. Si tratta infatti dell’orchestra Spira Mirabilis, nata da pochi anni tra Modena e Firenze, e già famosa in mezza Europa per la caratteristica di suonare senza direzione. Il concerto cui abbiamo assistito è quello tenuto martedì 7 dicembre al Teatro Comunale di Modena, per la stagione della locale (e organizzatissima) sezione della Gioventù Musicale d’Italia.
Per gli standard italiani, la Spira Mirabilis rappresenta un concentrato tra meriti e smentite di luoghi comuni. I giovani italiani sono bamboccioni? Questi orchestrali hanno un’età media di 26 anni. I giovani italiani hanno scarsa iniziativa? Questo gruppo è nato dall’autoconvocazione di musicisti italiani impegnati in altre formazioni, che hanno poi coinvolto colleghi di altri paesi: a Modena erano rappresentate 16 nazionalità su un totale di 49 orchestrali (quasi la metà italiani).
La patria, come sempre, ricambia poco e male i giovani talenti. Per i prossimi tre anni la Spira Mirabilis sarà “orchestra residente” a Brema, in Germania. Un’analoga opportunità potrebbe svolgersi in parallelo a Roma, ma è ancora tutto da definire. All’estero la Spira Mirabilis gode già di ottima reputazione, in Italia viene percepita quasi come la simpatica iniziativa di un gruppo di giovani.
Sia come sia, sul palco del Comunale c’erano le telecamere di un circuito internazionale: verrà realizzato un dvd e il concerto verrà trasmesso su Art’è. E proprio la necessità delle riprese video ha impedito il consueto dopo concerto dell'orchestra, che dal palco si intrattiene con il pubblico in un dibattito musicale stile cineforum.
Eseguire una sinfonia senza un direttore pare un’impresa impossibile. La musica classica è scritta, ma eseguirla non è assolutamente un automatismo. Il direttore decide dinamiche, ovvero velocità, accenti a questo o quel passaggio, a questo o quell’aspetto della partitura, imprime un ritmo più rapido o lento, più impetuoso o riflessivo, ricava quelli che vengono chiamati i colori di un’orchestra, perseguendo l’obiettivo di un particolare timbro del suono, segnando l’umore generale dei brani da eseguire. E poi i famigerati attacchi: il direttore “dà la parola” alle sezioni orchestrali, presenta al pubblico la propria interpretazione della musica scritta.
Come faranno, allora, i ragazzi, a prendere da soli tutte queste decisioni? "Proviamo molto e discutiamo molto", ci risponde il violinista Timoti Fregni. Durante l’esecuzione gli sguardi di molti orchestrali vanno al primo violino, Lorenza Borrani. Se il primo violino è un importante punto di riferimento per qualunque orchestra, quasi un “vicedirettore”, questo vale tanto più per la Spira Mirabilis. Anche la disposizione degli orchestrali è insolita rispetto a quanto accade di solito: i violoncelli infatti sono al centro del palco, e non alla destra dell’assente direttore. I contrabbassi sono sulla sinistra, anziché alle spalle dei violoncelli come da disposizione classica.
E il risultato musicale? L’interpretazione di Schumann ci è parsa molto brillante, tonica, forse troppo, con i fiati a loro volta vivaci e occasionalmente esuberanti. Attacchi prudenti, per la delicatezza di questi passaggi. Chi avesse ascoltato questa interpretazione ad occhi chiusi non avrebbe colto l’assenza di un direttore. Semmai avrebbe potuto notare che il romanticismo di Schumann è stato reso con più energia che malinconia, con più entusiasmo che profondità. Ma queste sono scelte, e non per forza limiti. L’entusiasmo di questi musicisti va di pari passo con il rigore nella preparazione dei concerti, per Schumann come già in passato per alcune sinfonie di Beethoven, banco di prova centrale per qualsiasi orchestra.
Come bis il finale della sinfonia.
Il meccanismo di questo orologio orchestrale funziona già molto bene. Gli anni di esperienza limeranno ogni imperfezione. Svizzero? No, Spira Mirabilis.
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Spira Mirabilis in concerto, Teatro Comunale Luciano Pavarotti, Modena
Tourneè: con Beethoven, Sinfonia n. 4, martedì 25 gennaio ore 21, Teatro della Polisportiva (Formigine), mercoledì 26 gennaio ore 21, Teatro Consorziale (Budrio); con Schubert, Ottetto in fa magg. D 803, venerdì 4 febbraio ore 19,30, The Box - Festspielhaus (Sankt Pölten - Austria), domenica 6 febbraio ore 10,45, Salle Pasteur - Le Corum (Montpellier - Francia), lunedì 7 febbraio ore 21, Teatro San Carlo (Modena)
Altre date e informazioni: www.spiramirabilis.com
Commenti
Questo tipo di esperienza
Questo tipo di esperienza senza direttore sarà di un lontano futuro...forse...oppure perchè io , come musicista violinista d'orchestra non ho ancora mai potuto sperimentare una esperienza simile? La lascio come domanda senza risposta... Buon Natale e buon Anno a tutti i colleghi dalla lontana e vicina Svizzera: Giuseppe Acconcia
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