Colpevolmente sottovalutato anche da chi dovrebbe occuparsene più da vicino, il progetto delle Bande multietniche è in continua espansione. Insieme alla già nota Orchestra di Piazza Vittorio sono diverse le realtà che mettono insieme storie e tradizioni musicali di diversa provenienza, facendo del nostro paese l'avamposto di un meticciato creativo per molti aspetti inedito
di Marco Buttafuoco
E’ ufficiale, risulta da una specie di censimento. In Italia, oltre alla ben nota Orchestra di Piazza Vittorio, operano una ventina di bande musicali multietniche: in atri termini il nostro paese è diventato un vero e proprio laboratorio di quella che si suole definire, con termine desueto e forse inappropriato, la world music. In termini numerici circa duecento musicisti, quasi tutti semi professionisti provenienti da quaranta paesi diversi e da tutti i continenti che elaborano e mischiano sul campo i rispettivi linguaggi musicali. Un calderone ribollente d’ingredienti genuini, di sapori forti e autentici, lontani dalla liofilizzazione discografica.
E' un fenomeno davvero particolare, che raramente forse mai, si è verificato in paesi dove le ondate migratorie si sono abbattute in epoche più remote. Probabilmente è dovuto al fatto che il fenomeno dell’immigrazione in Italia è nato proprio in quegli anni Ottanta durante i quali cominciava a diffondersi nel mondo la musica meticcia, grazie anche all’attenzione e alla sensibilità di artisti come Mario Tronco, ex Avion Travel e fondatore dell’Orchestra di Piazza Vittorio (a destra) e Daniele Sepe, creatore della Brigata Internazionale.
Naturalmente i media nazionali, sempre attenti a non cogliere quel che è essenziale, hanno dato a questo patrimonio di ricerca un rilievo molto scarso. Difficilmente vedremo uno di questi spettacolari ensemble in una trasmissione televisiva di successo, tantomeno sul palco del prossimo Concertone del primo Maggio a Roma e questo riesce davvero inspiegabile (d’accordo, non sarà l’esempio peggiore delle contorsioni mentali dello schieramento progressista italiano, delle quali abbiamo avuto recente e drammatica conferma, ma non è nemmeno cosa da far passare sotto silenzio).
Per fortuna tale disattenzione non riguarda tutti. La Fondazione De André, ad esempio, sta producendo un disco che conterrà una ventina di pezzi del cantautore genovese, ognuno interpretato da un complesso multietnico. D’altronde fu il suo struggente album Creuza de Ma, ad aprire le finestre della musica italiana ai venti del Mediterraneo. Malignamente, si potrebbe dire che questo disco dovrebbe lavare l’onta della recente, postuma “sinfonizzazione“ di Faber.
In attesa di ascoltare l'album di cui sopra sono usciti due dischi importanti. Uno è dell’Orchestra di Piazza Vittorio (seconda orchestra stabile della Capitale che, si noti, non ha nemmeno una sede stabile per le prove). L’altro si chiama Pensiero Mediterraneo ed è opera della Med Free Orkestra (a sinistra), un gruppo di base a Roma in cui trombonisti classici ucraini (Igor Sustin fa il facchino a Roma, dopo una lunga odissea legata al permesso di soggiorno) operano al fianco di chitarristi cileni, suonatori di oud iraniani, bouzoukisti greci, percussionisti senegalesi e musicisti italiani. Propongono “un’insolita versione di pop rock balcanico- mediterraneo-orientale, dando spazio alla musica mediterranea, a quella klezmer, africana, iraniana, persiana, turca, greca, reggae…” E, va detto, ci riescono. Il disco è fresco, godibile, vitale anche se si tratta di musica che può esplodere realmente solo dal vivo, a contatto con un pubblico disposto a danzare. Per fortuna la FMO ha già quaranta date annunciate solo per i prossimi mesi.
Il cd contiene anche una spledida e poetica riflessione di Erri de Luca sul fenomeno dell’immigrazione (tratta dal suo Andata e ritorno). La prima parte è letta dallo stesso De Luca, la seconda da Ennio Fantastichini. Per chi volesse sapere di più su questo caleidoscopico mondo musicale, è anche uscito, da Zona editore, un interessante volumetto (Orchestre e bande multietniche in Italia), a cura di Francesco Fiore, sindacalista e trombettista della FMO.
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Bande multietniche in Italia
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