E' morto Tito raccoglie i racconti di Marica Bodrožić, scrittrice tedesca nata nell'ex-Jugoslavia
di Alessandra Minervini
Croata, Marica Bodrožić è una scrittrice tedesca. Tedesca, sì. Perchè è in Germania che si è trasferita da bambina ed è qui che ha conosciuto la "sua" gente dell'Est. E' in tedesco che ha fatto esperienza con la lingua bellica del "suo" Paese. E non è un caso che, sempre in Germania, la Bodrožić sia "divenuta una delle più singolari, fresche e originali voci della letteratura contemporanea", per citare Claudio Magris che ha scritto la prefazione di E' morto Tito, la prima raccolta di racconti dell'autrice pubblicata dalla trentina Zandonai.
Questo esordio letterario è un buon esordio e si spera che abbia, se non lo stesso plauso che ha in Germania, almeno un meritato apprezzamento anche qui in Italia. Piccola parentesi: succederà mai in Italia una cosa simile? E cioè che una scrittrice italiana per cittadinanza e per identità letteraria ma nata in un altro Paese, magari nei Balcani (come ce ne sono tante e anche molto brave nelle nostre librerie), possa essere considerata una voce nazionale come è avvenuto in Germania per la Bodrožić? Lasciamoci il dubbio, o la speranza.
Uno dei pregi del libro è rappresentato dalle scelte linguistiche rarefatte, essenziali, scarne che, sempre nella prefazione, Magris elogia così:"Le parole, le stesse lettere dell'alfabeto hanno sfumature, irradiazioni, colori diversi; dicono la vita ma anche la creano, diventano i lineamenti di chi scrive".
Passiamo ai racconti. Leggerli è un piacere lento. Non perchè siano storie particolarmente difficili. Anzi. Sono storie nitide che possono far ridere, commuovere, insegnare a vedere le cose con lo sguardo di una bambina sul (suo) mondo. Sono storie accartocciate nella memoria che si spiegano piano negli occhi del lettore.
E' morto Tito, il racconto che dà il nome alla raccolta, rilegge la storia della ex Jugoslavia a partire dal nevralgico 4 maggio 1980, quando morì Josip Broz detto Tito (soprannome che deriva, probabilmente, dalla locuzione serbocroata Ti To che significa "Tu questo", frase con la quale Tito era solito impartire ordini a tutti): "In paese da giorni non si parlava d'altro. Il televisore era incandescente, e il nonno non capiva perchè mai un uomo appena morto e già sottoterra corresse di qua e di là sullo schermo". Ecco, la bontà di questa autrice che descrive piccole imprese liriche senza cedere alle lusinghe della nostalgia. La tenerezza dei personaggi, le loro goffe identità dentro una terra che li sputa fuori come viti rotte di un meccanismo che si è incagliato su stesso, ti conquistano dalla prima all'ultima pagina. Che forse arriva troppo presto. A meno di non voler ricominciare a leggere. Tanto sono brevissime, al massimo quattro pagine l'una. Che bellezza, raccontare l'universo in due parole.
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Marica Bodrožić, é MORTO TITO, Zandonai 2010, p. 121, EURO 13.50

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