Il ragazzo con la bicicletta del titolo è Cyril, abbandonato dal padre e "adottato" da una parrucchiera che gli farà da mamma. Esce oggi nelle sale italiane l'ultimo lavoro dei fratelli Jean Pierre e Luc Dardenne, in concorso a Cannes con una storia semplice raccontata attraverso gli occhi di un bambino
di Sandra Petrignani
Diceva Bruce Chatwin che se tutti i bambini fossero amati, come sarebbe giusto e necessario, il male sarebbe sconfitto e l'umanità vivrebbe in pace, senza conflitti. Perché gli adulti sono tanto più nevrotici e aggressivi quanto meno hanno potuto contare, da piccoli, sull'affetto e la protezione dei genitori.
Il nuovo film di Jean-Pierre e Luc Dardenne, Il ragazzo con la bicicletta, in concorso a Cannes e da oggi nei cinema italiani, racconta il dramma del non-amore in un bambino di quasi dodici anni, Cyril, abbandonato dal padre in una casa famiglia. Fortunatamente Cyril incontra in Samantha, una parrucchiera che accetta di tenerlo con sé nei fine settimana, la fonte di amore, accoglienza, comprensione di cui è stato defraudato. Ma non è semplice per nessuno, né per il ragazzo ossessionato dal vuoto della propria insignificanza, né per la madre vicaria né per gli operatori sociali che devono contenerne solitudine e furie.
E non era semplice raccontare questa piccola storia senza pietismi e principi edificanti. I Dardenne lo hanno fatto in un'ammirevole minimalismo di gesti e parole, riuscendo a dire, all'osso, tutto quanto andava detto sulla fragilità dell'essere umano, sul valore salvifico dell'amore, su come l'amore, per essere utile, non possa essere separato da una grande intelligenza del cuore. È un'opera sobria e commovente che, costruita strutturalmente come una favola, ha la forza diretta di un documentario.
Gli attori sono straordinari, a cominciare dal giovane Thomas Doret, passando per Jérémie Renier nei panni sgradevoli eppure di grande naturalezza del padre immaturo, per arrivare a Cécile de France che gioca il suo ruolo fra controllato sentimento materno e profonda sintonia col dolore del ragazzo: degna di una Palma come migliore attrice protagonista capace di recitare anche solo, a momenti, con una dimessa potente fisicità.
I Dardenne non sono soliti ricorrere a facili effetti sonori per sottolineare i sentimenti che passano nei loro magnifici film, ma qui l'uso drammatico del concerto Imperatore di Beethoven è l'unica nota sontuosa che concedono, in modo molto calibrato, a una storia umilmente esemplare e il risultato è efficacissimo.
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Il ragazzo con la bicicletta di Jean Pierre e Luc Dardenne, Italia Francia Belgio 2011, 87 m
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