ATTUALITA'
Le divisioni del Vaticano
Il caso Boffo-Feltri è solo l'ultima dimostrazione: una Chiesa che s'immischia in trame politiche ha tutto da perdere. Un appello ai vescovi italiani e alla Santa Sede: ognuno stia al suo posto
di Luisa Muraro
(fonte FlickrCC, blues_brother)
Si è capito molto presto che il nuovo papa, teologo di buona qualità, non sa di politica: l’evidenza è venuta con l’incidente di Ratisbona, quando Ratzinger, nel corso di una bella conferenza, fece una dotta citazione sull’Islam che sembrava che gliel’avesse suggerita il diavolo, noto fomentatore di disordini. Vicino al papa quelli che sanno di politica, o presumono di saperne, sono tanti e a quel punto si sono fatti avanti. I risultati li stiamo vedendo: la Chiesa è diventata molto più permeabile che in passato ai veleni di questo mondo, come ci sta mostrando l’affare Boffo, che un Feltri qualsiasi ritira fuori a suo piacimento. È logico, la Chiesa, se va bene, va bene secondo il suo ordine simbolico, che non si basa sulla competizione ma sull’obbedienza. Tanto che il papa ha dovuto dirlo: state al vostro posto.
Però anche noi dobbiamo stare al nostro posto, che non è lo stesso, ovviamente. Noi chi? Quelli che s’incontrano in questo sito, per esempio, quelli che dirigono e scrivono i giornali, insomma quelli che intendono contribuire alla discussione pubblica e alla riflessione personale di altri. Costoro, tra cui ci sono anch’io e c’è Vittorio Feltri, devono tener presente che un capo religioso (o una capa religiosa, tra non molto ci saranno anche loro) è una persona venerata dai suoi fedeli e come tale va rispettata, per rispetto dei sentimenti profondi del prossimo. S’intende, senza negarsi la libertà di pensiero e di parola che è nel patto implicito fra chi pubblica e chi legge.
Era una premessa e ora dico la mia, anzi le mie: una rivolta al Vaticano, una rivolta alla Chiesa cattolica italiana e ai suoi capi, i vescovi. A questi ultimi chiedo che mettano in pratica la loro dottrina sul punto preciso dell’autonomia che i laici cattolici devono prendersi e vedersi riconosciuta, cordialmente e interamente, in tutte le questioni di questo mondo, a cominciare dalla politica. Quelle che molti vedono come interferenze clericali nella politica, in origine altro non sono che abusi di autorità della gerarchia nei confronti dei laici cattolici.
Il disordine simbolico che questi abusi causano, è doppio: dentro e fuori dalla società cristiana. Dentro, perché sembra che la Chiesa si riduca essenzialmente alla gerarchia. Il danno di questa distorsione, mi dicono persone competenti, è grande e non riguarda solo l’Italia.
Io mi fermo sul danno esterno, cui sono più sensibile, facendo un esempio che tutti conoscono. Romano Prodi e Rosy Bindi sono due cattolici dotati di notevole competenza politica, ma quando erano al governo sono stati impediti di risolvere il problema delle unioni civili, etero ed omosessuali (ricordate i Dico?). Sono stati impediti da divieti clericali e da un uso strumentale della dottrina della Chiesa. Così la questione resta aperta. Non si trattava solo dei diritti delle coppie di fatto ma anche (e soprattutto) di dare una risposta di civiltà alle richieste degli omosessuali, donne e uomini. C’erano persone come me disposte ad argomentare per una risposta (quella avanzata dal governo Prodi) che non fosse il matrimonio (come invece ha fatto il governo Zapatero). Ma tutto è tornato in alto mare, a disposizione di chi cerca occasioni per mettersi in mostra e, peggio ancora, per chi gira nel sottobosco a tendere trappole. Bel risultato! Gli sbagli in politica si pagano, mi hanno insegnato; il guaio è che li paga anche (soprattutto) chi non ne ha colpa. Devo ricitare il caso dell’ex direttore dell’Avvenire? Non è l’unico e neanche il maggiore.
Al Vaticano, ammesso che la mia voce arrivi fin là, vorrei dire questo: la Chiesa cattolica è grande, si estende in ogni parte del mondo, il da fare non vi manca certamente, perciò smettetela di stare addosso all’Italia. Prendete esempio dal regno di Giovanni Paolo II. Con la vostra vicinanza complicate i nostri problemi senza risolverne nessuno (se mi sbaglio, qualcuno me lo dica, ne sarei felice) e indebolite o azzerate il valore della vostra stessa predicazione del bene. Perciò, rispetto all’Italia restate nel vostro riserbo, simbolizzato dal corso del Tevere: ci guadagnerete voi di là e noi di qua. Le cose buone che dite e che fate, ci sarà in questo paese chi le farà valere, in tutta libertà e onestà, credetemi. Abbiate questa fiducia.
Tags: avvenire, cei, dino boffo, Luisa Muraro, ratzinger, santa sede, vaticano, vescovi italiani, vittorio feltri, wojtyla,
17 Febbraio 2010
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Commenti
Ma che sciocchezze! La Chiesa
Ma che sciocchezze! La Chiesa è una istituzione politica e non può evitare di immischiarsi in trame politiche, è quello che ha fatto nel corso della sua intera esistenza.
Scusa ma l'esempio di
Scusa ma l'esempio di Giovanni Paolo II mi sembra fuori luogo, uno dei papi legati nel peggior modo possibile ad ogni trama nera di questo paese e non solo. Uno dei papi più idolatrati e controversi degli ultimi secoli.
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