Ne Il Combattimento vengono ristampate le prime prove di quello che potrebbe essere considerato il precursore dei cannibali. Il racconto inedito e quelli introvabili delineano già l'universo crudo e grottesco che abiterà le sue pagine
di Luigi Loi
La claustrofobica ossessione per gli appartamenti chiusi e i suoi rabbiosi abitanti, l’evento perturbante che appare improvviso, anche nella più grigia e banale delle stanze in affitto, una cipolla, un palloncino utilizzato per brutalizzare il corpo femminile. Questo è Antonio Moresco, prendere o lasciare. Si ama o si odia ma difficilmente si resta indifferenti alle sue pagine. Con Il combattimento Mondadori ristampa i suoi primi lavori usciti negli anni novanta, insieme a un breve racconto inedito.
Il libro ha due pregi essenziali. Il primo: si trovano qui raccolti i primi due libri di Moresco, oramai introvabili. Clandestinità, pubblicato nel 1993, è in realtà il risultato di una faticosa riscrittura iniziata già nel 1979. Un primo racconto che raccoglie con forza i germi di uno stile che sa già inoculare qualcosa nel lettore: ciò che qui appare ancora con una struttura grezza, è in realtà l'anticipo fortissimo di quel che apparirà negli anni successivi in opere monumentali come i Canti del caos. Le cadute "descrittive" di una sessualità altra - che eccede nel grottesco e persino nel pecoreccio nell’altro racconto, La cipolla - ci illustrano il punto di partenza di un percorso di ricerca lungo e faticoso, destinato a culminare prodigiosamente nelle sue opere più mature.
Nel 1996 sarebbe uscita Gioventù cannibale, portando all'attenzione del grande pubblico una nutrita schiera di autori detti poi appunto “cannibali” (tra questi anche un insolito Daniele Luttazzi in veste di narratore eroicomico): ciò che ha fatto scuola e poi maniera in Italia attraverso i cannibali, era già presente in quelle pagine.
Il secondo pregio: Moresco ci trascina irrimediabilmente nel suo mondo, tra le sue pagine non vi è più spazio per un’altra realtà, questa è la sua forza: la scrittura, via via più densa, va ad aprire un universo malato, perverso e terribile. La logica diviene accessorio e tanto basti al lettore per trovare la giusta chiave di lettura: appena la troverà, il racconto si sarà già spostato in un altrove ancora più cupo. Chi ancora non conoscesse Moresco potrà misurarsi con le sue pagine; chi già lo conosce ritroverà ne Il combattimento il modo di azzuffarsi ancora con i suoi incubi osceni.
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Antonio Moresco, Il combattimento, Mondadori 2012, 294 p, 9 euro
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