Il Manuale di investigazione di Jedediah Berry racconta le vicende di un impiegato promosso detective, alle prese con un'Agenzia che controlla l'inconscio delle persone
di Remo Bassetti
Avere un’intuizione geniale sul plot di un romanzo e riuscire a svilupparla e tenerla viva sino all’ultima pagina non necessariamente sono due arti coincidenti. Anzi, tanto più l’idea alla base di una trama è originale, tanto più è difficile il compito di esserne all’altezza e renderle onore dal punto di vista letterario. Nella letteratura contemporanea è una questione che si pone di frequente: per trenta pagine si pensa finalmente di essere incappati in un capolavoro, poi subentra una progressiva delusione, e infine la continuazione della lettura diventa un tormento, e verso l’autore si matura un senso di frustrata aggressività. Arrivati a pagina settanta del Manuale di investigazione ci si domanda: cadrò nella stessa rete anche stavolta? Riuscirà Jedediah Berry a tenere questa splendida tensione sino in fondo? A quel punto del volume si possono già indicare importanti similitudini e parentele. Borges, sicuramente. Saramago, in qualche atmosfera. O più di tutti lo straordinario Il terzo poliziotto di Flannery O’Connor.
La trama propone l’inopinata promozione di un impiegato dell’Agenzia di investigazione, tale Unwin, nel ruolo di detective. Fino al giorno prima a lui competeva solo mettere in ordine e verbalizzare le indagini del campione dell’agenzia, Travis Sivart. I detective sono dei casinisti, e per fortuna hanno dalla loro un impiegato (che nemmeno conoscono di persona) che bada a raccogliere gli elementi forniti, e in questo modo costituisce il caso, alla pari del detective, perché è lui che stabilisce cosa è rilevante e cosa no. Ma un giorno Travis sparisce e Unwin si vede proiettato nell’inedito ruolo, con l’unica preoccupazione di farsi riammettere all’antico e più quieto incarico. L’Agenzia indaga su tutto e tutti, è un cupo, inquietante, tentacolare organismo, retto da regole rigidissime e da un esaustivo volume, il Manuale d’Investigazione. Unwin si rende presto conto che i metodi seguiti sono molto invasivi, volti a catturare l’inconscio delle persone, per potere meglio prevedere e anticipare i comportamenti. Ma i poteri esercitati per questa funzione sono condivisi da alcuni nemici, che provengono da uno smantellato e fantasmagorico Luna Park.
Il Luna Park e l’Agenzia sono metafore molto azzeccate per seguire il filo tematico, che è il confine tra la veglia e l’incoscienza, tra il sogno e la ragione, sul quale con abilissimo equilibrismo Berry gioca e porta avanti la storia. Ma nel tempo emerge un difetto: il libro è grandioso quando descrive una situazione apparentemente ordinaria e la storpia sotto una lente visionaria; ma nella seconda parte, più frequentemente, compie l’operazione inversa, quella di presentare situazioni allucinate e risolverle il più possibile attraverso conversazioni coerenti. La sovrapposizione del razionale sul visionario riesce meno bene dell’operazione inversa. L’esito è un andamento dei fatti che a volte si rivela contorto e una perdita di quella freschezza onirica e surreale che costituisce la cifra ideale dello scrittore e, tutto sommato, sarebbe stata la chiave migliore del libro, che avrebbe ben accettato molte spiegazioni in meno, e anzi se ne sarebbe giovato.
E allora, solita delusione finale? Non proprio, perché l’insieme resta di altissimo livello, avvincente, evocativo, intelligente, stilisticamente impeccabile. Una lettura fortemente consigliabile, anche se il capolavoro è solo sfiorato a causa di una troppo beneducata auto-inibizione degli influssi più deliranti.
Tags: adelphi, controllo, detective, Jedediah Berry, luna park, Manuale di investigazione, Remo Bassetti, surreale,
Jedediah Berry, Manuale di investigazione, Adelphi 2009, p. 283, euro 19
Commenti
Bellissima pubblicità.Me
Bellissima pubblicità.Me l'ero persa.Grazie.La vorrei anch'io per la mia imminente opera*perchè se c'è IL Bassetti,ci deve essere LA Doriguzzi *Un nuovo best seller :La soppressione della signora
Bellissima pubblicità.Me
Bellissima pubblicità.Me l'ero persa.Grazie.La vorrei anch'io per la mia imminente opera*perchè se c'è IL Bassetti,ci deve essere LA Doriguzzi *Un nuovo best seller :La soppressione della signora
Gradirei
Gradirei dissentire,aggiudicando un ombrello
QUANDO L'INTELLIGENZA DIVENTA MANIERA
MANUALE DI INVESTIGAZIONE, di Jedediah Berry,2009 Adelphi.Al capitolo 7, I sospettati,l’autore scrive:”Nella mente di Unwin c’era un diagramma al cui centro fluttuavano un cappello vuoto ed un impermeabile.Accanto un vestito di donna,riempito solo di fumo.Due uccelli neri,ciascuno con un cappello nero,svolazzavano sopra,mentre sotto giacevano due cadaveri,uno sulla sedia di un ufficio,l’altro in una teca di vetro.Il diagramma era una favola,scritta da un vecchio smemorato con i capelli bianchi,e girava come un disco sul grammofono”Capito? No,naturalmente ,e neanche noi,perchè tutto il libro è scritto così.E siamo a pag.89.Fin qui si riesce comunque ad evincere,con sovrumano sforzo,che un detective,che dovrebbe, di norma,indagare, o meglio ricercare,è sparito.E non si trattava di un detective qualunque,bensì di una personalità eminente che ha risolto casi irrisolvibili,tipo quello dell’uomo che rubò l’11 novembre.Ma adesso non c’è più.E in modo assolutamente sghembo un impiegato ,che per definizione non cerca nè analizza,ma archivia, lo deve cercare,essendo stato promosso ad una posizione che rifiuta.Costui si muove in bicicletta,con un ombrello montato sul manubrio come unico riparo ,e con una pioggia che lo accompagna incessantemente ,come un panorama personale.Non manca l’elemento femminile,rappresentato da una donna misteriosa che riemerge all’improvviso dal passato ,e che, in quanto spia,non si può sapere mai da che parte possa di volta in volta stare.Ed una segretaria assistente efficientissima e provvida,benchè affetta da narcolessia.Sullo sfondo ,un telo che sembra il sogno di una invenzione onirica,pensato nel dormiveglia dallo scenografo di Blade runner e un Manuale di investigazione,che non è stato letto,ma chè è scandito dagli stessi capitoli del libro che stiamo leggendo...Canetti e le sue fantomatiche librerie,Borges e le sue allucinazioni,Lewis Carrol ed i suoi non sense,Kafka e il suo processo,visto che non abbiamo ancora menzionato la presenza grigia e burocratica di una non meglio specificata Agenzia,che è una sorta di falanstero fantasma, un maligno,imprecisato ma imperante labirinto,quasi una meta vita,se non un Orwelliano grande fratello.E chi è l’autore,l’unico essere che abbiamo incontrato con questo bizzarro nome?Un altrettanto bizzarro giovane uomo vecchio e calvo,di una età imprecisabile fra i trenta e quaranta,anche lui indecifrabile come questo libro,dalla minacciosa e desueta copertina verde e oro.Che porta nel risvolto di quarta la seguente frase:da questo sogno-da questo libro-non si sa come svegliarsi.Invece si sa benissimo e gordianamente:lo si può chiude a pagina 89,a costo di perdere per sempre-perchè non lo riapriremo mai più-un imperdibile capolavoro.Che certamente fonda il suo fascino e il suo scacco su di un forzato doppio salto carpiato dell’intelligenza e della scrittura,che a loro volta approfittano della volontà snobistica e della pazienza integrativa di un lettore che le ha viste tutte,e che quindi vorrebbe capire dove possa andare a parare l’esperimento allucinatorio.Che rifà il verso ad un se stesso che rifà il verso al genere grey o noir dell’investigazione che rifà il verso a....E che quindi ci sembra perfettamente in stile con il libro chiudere qui,aderendo aridamente ,totalmente e misteriosamente al finto mistero misterioso
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