FOTOGRAFIA

Il mondo di McCurry

È una novità relativa, nel senso che la mostra di Steve McCurry a Milano, inizialmente programmata fino al 31 gennaio, è stata prorogata per tutto il mese di febbraio, fino al 28. È quindi un'occasione fantastica per vedere tante opere di McCurry quante non ne sono mai state esposte in una singola mostra.

 

A chi non è appassionato di fotografia il nome di McCurry, premiato due volte con il World Press Photo Award, potrebbe non dire niente. In questo caso recuperate dalla memoria una copertina straordinaria del National Geographic: il ritratto di un’adolescente afghana dalle sopracciglia folte, le labbra cesellate e serrate in una smorfia seria e su tutto il dominio di due occhi verdi e penetranti come nessuna attrice hollywoodiana saprebbe esprimere; intorno al capo un velo rosso segnato da fori che lasciano emergere una veste verde, verde come lo sfondo sfocato del ritratto. Quella immagine è una delle fotografie più famose di tutti i tempi e uno dei ritratti che si possono ammirare nella mostra milanese, accanto a scatti che sono sintesi di racconti, atti unici, short stories fatte di una sola parola.

 

Andate a vedere questa mostra per commuovervi e sorridere, girando tra le colonne di velo che come alberi ospitali sorreggono le immagini senza paragone di McCurry, esaltate dall'allestimento di Peter Bottazzi. Lo spazio del Palazzo della Ragione (non uno degli spazi meglio tenuti di Milano, questa mostra gli restituisce respiro e dignità) è così denso delle 240 immagini del fotografo americano che è impossibile seguire un ordine nella visita, si rischia di perdere qualcosa. Ma nell'immensità delle emozioni suscitate dalle immagini che ci circondano, fianco a fianco di sconosciuti compagni di viaggio, ci si può anche permettere un personale naufragio.