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Psico-bimbo

Il profumo della mamma

Dialogo con un bambino di otto anni che non riesce ad addormentarsi senza una particolare condizione


di Giorgio Astengo

Alcune riflessioni con un bambino di 8 anni che fatica ad addormentarsi. Dice lui: “L’ultima cosa che mi ricordo, un attimo prima di addormentarmi, è il profumo della mamma. Che non è sempre lo stesso, cambia di sera in sera, anche se i profumi poi ritornano e li riconosco e mi ricordano qualcosa che è successo nella giornata. Senza il profumo della mamma non riesco a dormire, nemmeno dalla nonna che ha anche lei un profumo ma non è lo stesso di quello della mamma e nemmeno l’odore di papà basta per farmi dormire bene”.
 

“Odore del papà e profumo della mamma?”, chiedo io. “Si, quello del papà è un odore, perché fa il meccanico ed è sempre uguale ed è lo stesso dell’officina dove lavora, lo riconosco facilmente, penso subito che arriva di lì, vedo il papà mentre è intorno a una macchina”. “Invece?”, chiedo. “Invece quello della mamma è un profumo, credo sia un misto di tanti piccoli odori, ma non ne riconosco uno in particolare, anche se mi viene sempre in mente, appena lo sento quando viene da me per farmi addormentare, qualcosa che abbiamo fatto insieme prima”. “Mi fai qualche esempio di qualcosa che avete fatto insieme prima?”. “Abbiamo fatto i compiti e si sente il profumo dei fogli e della penna o della gomma… oppure ha fatto da mangiare la pasta al sugo e il profumo è un po’ di sugo o di pomodori, come quando fa la pizza e sa di pizza… oppure so che ha lavato le cose e sa un po’... non so di cosa, ma se glielo chiedo dice che ha fatto il bucato. Indovino sempre quello che ha fatto. Qualche volta indovino che ha fatto più di una cosa: una volta ho indovinato che aveva fatto il bucato e anche il minestrone per il giorno dopo”. Dico: “E’ un po’ un gioco, fra di voi: tu cerchi di capire quello che ha fatto anche mentre non c’eri perché, magari, eri a scuola”. “Si, è un gioco e non sbaglio quasi mai. Mia sorella, anche se è una femmina, non indovina come me. Mia mamma ride e mi prende in giro: dice che sono un ficcanaso”. “ Nel vero senso della parola”, dico io. “Ma non lo faccio apposta – aggiunge lui – però quando ho indovinato il profumo della mamma, poi dormo tranquillo”. “Il problema, e per questo ti hanno portato da me – dico io – è che non puoi andare mai a dormire se non c’è il profumo della mamma. E come si fa adesso che dovresti andare in gita scolastica per tre giorni?”. “Non ci vado, perché so già che poi non dormo...”.
 

Questo bambino sa bene che non tutto quello che indovina del profumo della mamma si riferisce a qualcosa fatto insieme a lei, eppure in questa sua fantasia si nasconde il desiderio di essere ancora lui totalmente al centro dei suoi pensieri, ininterrottamente, qualunque cosa lei stia facendo. L’argomento è cruciale, e non solo per il bambino in questione: per lui si tratta di ammettere, un po’ per volta, di non essere affatto al centro della vita della mamma, anche se, per ora, questa ipotesi gli risulta inaccettabile, tanto da non riuscire ad addormentarsi se non cullato da qualcosa (il profumo e le fantasie che ne derivano), che sostenga questo suo desiderio regressivo: se, un po’ per volta, riuscirà a rinunciare al proprio bisogno di esclusività potrà costruire la propria soggettività di individuo autonomo; se no, rischierà di rimanere impigliato nella continua ricerca di esclusività e dipendenza dall’universo femminile verso il quale si sentirà perennemente e misteriosamente in credito.
Il punto di svolta, doloroso ma necessario, consiste nella possibilità di accorgersi (o di non nascondere più a sé stesso), che la mamma può anche avere un profumo sconosciuto, non collegato a qualcosa che riguarda loro due, ma che lei sceglie per proprio piacere o, addirittura, per piacere a qualcun altro. Forse Marcel Proust non ce l’ha fatta proprio del tutto, ma, probabilmente anche grazie a questo, è diventato Marcel Proust.



Tags: Giorgio Astengo, mamma, odore, profumo, proust, regressione, terapia, Psico-bimbo,
08 Gennaio 2010

Oggetto recensito:

IL PROFUMO DELLA MAMMA

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