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Oggetto recensito:
Restiamo uniti!
di: Rosanna Fulco




Dal luogo dal quale scrivo, un luogo intriso di euforia, l’ euforia della società aperta, dove Arrivare! è la ragione suprema di tutte le azioni, dove “non esistono principi, esistono solo circostanze,” dove le relazioni sono sempre più instabili e necessitano di una continua rimessa a fuoco, dove non ci si può più fidare di nessuno, poichè le “persone” sono persone-radar, eterodirette; da qui, dove l’ unico motore sono le relazioni di forza tra le parti e la permanenza degli affetti può inverarsi solo nella ristretta cerchia della famiglia, dove la virtù originaria della famiglia si riduce in buona sostanza ad un amore piccolo e indifferente, indifferente alla voce di chi è là, immediatamente fuori e perde, alla voce di chi è là, immediatamente fuori e viene travolto da azioni legittimate da un tiepido e codardo “bisogna pur che si viva,” dove nella lucidità di vivere in una realtà sempre più impersonale è bene non acuire lo sguardo ma annebbiarlo con l’ arte lucida e amorale del barcamenarsi, del capire tutto e tutti senza legarsi mai a nulla e nessuno, dove le parole argomentano, ma non chiariscono, dove il talento da anime deboli, ossia l’ arte del farsi furbi, dell’ imparare a giocare le regole del gioco consegna all’ oblio il genio che invece le regole ambisce a sovvertirle; da qui, dove anche il merito si nutre di valori ben diversi da quelli immaginati dal pensiero illuminista e scivola nella torpida logica della meritocrazia che misura con un’ intera panoplia di titoli l’ ascesa dei singoli, e che anzi fa di più, deforma il titolo, lo degrada ad elemento non più volto a legittimare la carica da ricoprire ma a solo mezzo per conquistarla, e che volente o nolente annulla qualsiasi considerazione di spessore etico e suggerisce la connivenza con quell’ imperioso verbo di moto- arrivare!-: arrivare, brama di arrivare, non importa a scapito di chi o cosa, e furia di non riuscirci; da qui, da questo luogo, dove il “pensiero” pubblico invita ad accettare e dimenticare più che a comprendere, e dove tutt’al più è concesso interrogarsi sulla legittimità della propria condotta solo nella chiusa interiorità del proprio privato, dove il pensiero critico scivolato via dalla sfera pubblica, per sempre ritrattosi ad osservare il corso del mondo, a furia di osservare paralizza quell’ indignazione contro l’ ingiustizia che è la condizione della forza morale; qui, da questa giungla dove una stanchezza improvvisa ti assale, senza preavviso, quasi senza motivo, come reazione spontanea alla vigoría disumana e incurante della quotidianità, quel –Restiamo uniti!-acquisisce tutto il potere di una forza simbolica.

Stanca di veleggiare tra le bufere delle circostanze, non tutti siamo esprits forts, questa figura lega le tensioni, appiana gli squilibri, riconcilia il mio io sociale con quello privato, restituisce valore sociale al mio privato e riapre un orizzonte che sembrava ormai perduto per sempre: quello di un ‘Italia in cui la parola, quella creatrice, non quella pratica asservita alla sola funzione comunicativa, riappare per ri-significare la quotidianità, per umanizzarla, vivificarla, organizzarla cioè in una nuova forma nella quale essa ritorni ad essere spazio per l’ uomo, per gli italiani. E’ di questa parola che è fatto il tessuto simbolico di quel Restiamo uniti!. Caso non è che quest’ immagine confluisca nella dimensione artisticamente creatrice di Benigni e attraverso essa si frantumi nei rivoli della parola letteraria, dove “il mondo perde la sua autonomia assiologica e diventa soltanto un momento del valore della vita umana” (Bachtin, Estetica e Romanzo 66).

Restiamo uniti! mentre cancelliamo la metafora dell’Arrivare! e riscriviamo il sogno della mobilità sociale con parole di una lega nuova, più pregiata, quella creatrice della stessa parola letteraria che personalizza la realtà, aspira a rendere umane le istituzioni, a legittimarle.





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Commenti

bello veramente, bel modo di

bello veramente, bel modo di scrivere. forse dovresti fare la filosofa, per via dei pensieri molto profondi che riesci a trasformare in frasi. mi rivolgo a tutti i lettori di "giudiziouniversale": durante la vostra navigazione nel sito fermatevi qualche minuto in più su questo articolo e su tutti quelli pubblicati da questa autrice. probabilmente rimarrete colpiti.

"Restiamo uniti! mentre

"Restiamo uniti! mentre cancelliamo la metafora dell’Arrivare! e riscriviamo il sogno della mobilità sociale con parole di una lega nuova, più pregiata, quella creatrice della stessa parola letteraria che personalizza la realtà, aspira a rendere umane le istituzioni, a legittimarle" Si fa largo uno spiraglio, una speranza in un' Italia ormai altamente dilaniata e consunta. Ottimo articolo, certamente degno di nota!

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