
Oggetto recensito:
QUANDO L'INVINCIBILE PERDE
INVICTUS , di Clint Eastwood , con Morgan Freeman , Matt Damon , Usa , 2009 , 134 minuti . Siamo a favore della retorica , quella di Cicerone , intesa come arte del parlare e dello scrivere in modo persuasivo , non indietreggiando di fronte a nessun effetto speciale . Siamo a favore della retorica , soprattutto se si deve trattare la grande storia : eventi irripetibili , grandi ideali , simbologie totemiche , personaggi unici . Quindi una certa magniloquenza , nel senso aulico e non spregiativo del termine , è d’obbligo : il linguaggio si adegua all’argomento e ci consente di dire , durante la rivisitazione : io c’ero . Perchè tutti i momenti estremi , e la loro preparazione , hanno bisogno di ipertrofie , contemporanee e postume . Ma se questo è vero , PUO' LA RETORICA ESSERE DILIGENTE ? Stretto tra l’ammirazione per un personaggio assoluto e vivente , probabilmente condizionato da un libro preesistente da cui è stata tratta la sceneggiatura*, così come dalla poesia- mantra** che accompagna sia la vita dell'eroe che il film , Clint Eastwood vince e perde . Vince,perchè ha il coraggio di affrontare senza tremori un percorso contemporaneo , controllabile , conosciuto , ed un personaggio come Mandela , racchiudendolo in una unica dimensione , senza tuttavia tralasciare di dare conto della complessità dello sfondo : la prigionia , la liberazione , la caduta dell’Apartheid , l’elezione a presidente in un Sud africa razzialmente diviso , arretrato e ricco , ma senza accreditamenti internazionali . Vince , perchè decide di raccontare l’affermarsi del sentimento e della volontà che si fanno ragione attraverso un’intuizione politica che si incarna in uno sport , una squadra , una gara mondiale , e delle passioni popolari divise fra il football dei neri e il rugby dei bianchi.Perde , perchè cerca di fondere la classicità di un film di “sport”, con una icona del 900 , usando , appunto, non tanto la semplicità , quanto la diligenza . Sicchè il meritorio e audace progetto di affrontare un grande nodo politico dei nostri giorni si diluisce in un racconto lineare , accurato , quasi pedante , che non tralascia nulla mettendo il quotidiano e il particolare sullo stesso piano della storia e della grandezza . Come quando , di fronte alle folgorazioni maligne degli eventi , le grandi e piccole devozioni s’inchinano a recitare il rosario , grano dopo grano . Come se l’umile sequenzialità rassicurasse ed esorcizzasse , permettendo di affrontare l’indicibile o almeno l’improbabile , se non l'impossibile . Ne consegue un film già visto , che non riesce mai a decollare veramente colpendo al cuore , o emozionando il respiro . Rimane la” novità” del personaggio . E Morgan Freeman che resta Morgan Freeman ha tutta l’eleganza , il carisma e anche la bellezza necessarie per incarnare Mandela . Ma non riesce a rendere quel pulviscolo d’oro che accompagna sia lui che i nostri santi medioevali , intriso di abnegazione , di pazienza e di quel tipo di intelligenza che ,sola , può portare al bene . E nemmeno quella particolare increspatura velina della magrezza , che rende ascetici , colorati , fragili , elegantissimi e...invincibili .
*Playing the enemy,di John Carlin
**Invictus,di William Earnest Henley
Dal profondo della notte che mi avvolge buia come il pozzo più profondo che va da un polo all’altro, ringrazio gli dei chiunque essi siano per l'indomabile anima mia.
Nella feroce morsa delle circostanze non mi sono tirato indietro né ho gridato per l’angoscia. Sotto i colpi d’ascia della sorte il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo di collera e lacrime incombe ma l’orrore delle ombre e ancora la minaccia degli anni mi trova, e mi troverà, senza paura.
Non importa quanto sia stretta la porta, quanto piena di castighi la vita. Son Io il signore del mio destino. Son Io il capitano dell'anima mia.
Commenti
A single man ci ha diviso?
A single man ci ha diviso? mon dieu, e dove? non può essere accaduto se non su film tv, dove quella vicenda è stata una delle più agghiaccianti, ma non ricordo una tua recensione su quel film.Non importa, qui ci si conosce per nome e l'aria non è viziata. Alla prossima e l'apprezzamento è reciproco.
Finalmente un commento a
Finalmente un commento a questo film a cui posso dire: bene, perfetto, mi ci ritrovo in pieno! Dopo tanto e solo osannare per partito preso e servo ossequio, Cicerone vince. Non può la retorica essere diligente.
grazie ,Paola.Se A single man
grazie ,Paola.Se A single man ci ha diviso,Invictus, a quanto pare, ci riunisce.Contraccambio l'apprezzamento per le tue documentatissime recensioni
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