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ESTERI

Nel vertice mondiale di Washington sul nucleare, il convitato di pietra è Ahmadinejad. Obama preme per una risoluzione Onu che freni le velleità atomiche di Teheran, Hu Jintao è più scettico sulle sanzioni. Ecco cosa si cela dietro l'apparente ambiguità di Pechino


di Alessandra Spalletta e Antonio Talia

Avvio, frenata. Comunicati ufficiali e dichiarazioni che si accavallano, fornendo un quadro mutevole, in continuo divenire, dietro il quale si intuisce un intenso lavorio diplomatico, ancora lontano dalla conclusione: è la due giorni del vertice sulla sicurezza nucleare di Washington dove, ancora una volta, al centro del palcoscenico ci sono Stati Uniti e Cina, Washington e Pechino, l’Aquila e il Dragone, alla ricerca di una linea comune sul progetto atomico di Teheran.   “I cinesi sono pronti a lavorare con noi sulle sanzioni”, aveva dichiarato lunedì il f
14 Aprile 2010

POLITICA INTERNAZIONALE

Chi prevarrà nell'asse Usa-Cina e guiderà il pianeta? Il G2 visto dalla parte di Hu Jintao


di Mimmo Càndito

Il viaggio di Obama in Cina è stato analizzato quasi esclusivamente in un’ottica “occidentale”, cioè diretta a individuare quali siano stati i vantaggi (se ve ne sono stati) per la strategia politica del Presidente americano. Appare allora interessante rovesciare l’ottica di riferimento, e porsi dalla parte di Pechino: che cosa voleva la Cina da questo incontro, che cosa è riuscita ad ottenere. Per comprendere bene, si devono inserire i risultati in un quadro di strategie globali. Che erano (e sono): per gli Usa, la definizione e il consolidamento d
26 Novembre 2009