Non prende nemmeno un respiro la Sabrina Impacciatore diretta da Valerio Binasca in E' stato così. Come nel testo originale di Natalia Ginzburg, le parole si susseguono una via l'altra in preda all'emozione, subito dopo aver ucciso l'uomo che l'aveva amata, poi delusa e infine tradita.
di Nicola Arrigoni
E’ in apnea Sabrina Impacciatore, un’apnea che fa venire il mal di pancia ma che ben rende E’ stato così di Natalia Ginzburg, romanzo adattato per la scena da Valerio Binasco. A trattenere il respiro sarà poi la platea stessa, mentre segue passo passo una confessione, allucinata ma precisa, quasi una deposizione di un interrogatorio. "Gli ho sparato negli occhi" dice la donna riferendosi all’atto di disperata ribellione verso quell’uomo che ha sposato, e dal quale ha subìto le assenze, i silenzi, i viaggi, e l’amore per l'ex fi
Sabina Impacciatore truccata come una bambola è sola in scena per il tempo di un unico e incessante lamento di "donna oggetto" tradita. E' stato così, il testo firmato da Natalia Ginzburg e qui diretto da Valerio Binasco, racconta una tragedia da uno statico punto di vista femminile. Un congegno scenico che però spesso gira a vuoto
di Giovanni Desideri
Certi titoli dicono molto dell’opera che introducono. Per esempio il monologo teatrale È stato così, da Natalia Ginzburg, regia di Valerio Binasco, Sabrina Impacciatore sul palco. Se pensate che questo titolo preluda ad una tragedia continua, ad un'inconsolabile rassegnazione, ad un cupo immobile fatalismo, ebbene non siete distanti da quel che accadrà in scena, dove anche il verbo “accadere” è una metafora più che una descrizione. L’idea è infatti quella di un donna-carillon, seduta per tutto il tempo al centro del