Trent'anni fa usciva nei negozi Combat Rock, quinto album della punk band londinese capitanata da Joe Strummer, e ultimo ad essere inciso con la formazione storica. E' un nuovo stadio evolutivo in un suono che non ha mai smesso di cambiare, ma anche il disco che segnerà un punto di non ritorno
di Simone Pilotti
No, non si erano stancati. E no, non si erano neanche venduti. E poi no, non erano ancora in declino. I Clash, dopo la pubblicazione di Sandinista!, non avevano scambiato la spontaneità del punk e i testi sferzanti con il facile successo, come in molti insinuavano. Il 14 maggio 1982 realizzavano Combat Rock, album che segnava la conclusione dell’evoluzione del suono della band e la prosecuzione della loro denuncia alla guerra, agli abusi di potere e agli imbrogli della politica.
Certo, i suoni di Combat Rock differiscono chiaramente da quelli contenuti nell’album d’esordio, di cinque anni prima, The Clash. Ma questa differenza non è dovuta ad un avvicinamento del gruppo londinese a musiche più "commerciali", anzi. Nel frattempo l’ondata punk-rock, con la sua rudezza, aggressività e vivacità, si stava esaurendo in quei primi anni del decennio e poi Strummer, Jones, Simonon e Headon hanno sempre manifestato la loro intenzione di sperimentare musicalmente l’unione tra i generi più diversi.
E così nel disco c’è spazio per il punk-rock di Should I Stay or Should I Go? e Atom Tan, l’indie-rock antelitteram che tende verso il jazz di Death Is A Star, addirittura il progressive in Sean Flynn e i ritmi reggae di Ghetto Defendant. Tutto condito con i soliti testi alla Joe Strummer: “Shareef don't like it, rockin' the casbah” canta, appunto, in Rock the Casbah e sulla stessa linea le accuse al governo americano per la guerra in Vietnam nella ballata Straight to Hell e l’ironia nell’elenco dei diritti della canzone d’apertura Know Your Rights. C’è, comunque, anche un pezzo atipico, che rappresenta la nota stonata del disco: Overpowered by Funk, troppo vicina alla musica dance per essere considerata degna del repertorio musicale dei Clash, è semplicemente una canzone non riuscita.
Quindi, se dell’infornata di band punk-rock sul finire degli anni ‘70 i Clash sono considerati "The only that matters" è proprio perché continuarono, senza avvicinarsi pericolosamente al business, a sperimentare un suono particolare, con influenze vastissime ma con un’originalità unica. Combat Rock è un altro grande album per Strummer&Co, magari non ai livelli dei due capolavori precedenti, quali London Calling e Sandinista!, e, purtroppo, è l’inizio della fine: i Clash si sfalderanno, produrranno un disco imbarazzante (Cut the Crap), tanto da esser poi tolto dalla discografia ufficiale, ma lasciando un’eredità musicale enorme.
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The Clash, Combat Rock, Epic Records 1982
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