Basta davvero poco a turbare l'equilibrio di un volo di linea. Indagini ad alta quota, su National Geographic Channel, sceneggia incidenti realmente accaduti
di Andrea Ferrari
Per avere un’idea di quante cose possano andare storte durante un comune volo di linea, vi invito ad assistere a qualche puntata di Indagini ad alta quota, in onda con allarmante frequenza su National Geographic Channel, piattaforma Sky.
Rigorosamente basato su incidenti realmente accaduti, il programma presenta i fatti sceneggiati in pregevolissimi documentari, così come emergono dalle ricostruzioni del National Transportation Safety Board, l’ente federale americano per la sicurezza dei trasporti, scoraggiando anche i passeggeri più determinati dal proseguire nella loro foga aviatoria.
Piloti che s’impapocchiano, vitine che mollano, meccanici distratti, venti dispettosi, volatili in calore, tutto concorre a turbare l’equilibrio sottile che rende più leggero dell’aria anche il più gigantesco degli aerei di linea.
Dato che cominciavo a guardare con una certa preoccupazione all’insieme dei vetustissimi MD80 che fanno la spola fra Torino e Roma, e che spesso mi tocca prendere per motivi di lavoro, ho chiesto aiuto alle fonti disponibili on line e ho scoperto che la media degli incidenti per velivoli multi-engine nel mondo è stata, nel decennio 1998-2008, di circa 32 disastri e 800 morti all’anno. Nel 2009 è andata un po’ meglio, ma sostanzialmente il dato è stato confermato, con un totale di 30 incidenti e 757 morti.
Le probabilità di portare a casa la pelle dopo una riunione alla Regione Lazio sono dunque abbastanza alte, se non si contano i rischi derivanti dalla noia mortale che tali consessi ingenerano anche nel meglio disposto dei partecipanti.
Se può consolarvi posso dire che rischiate molto di più andando a trovare la morosa al volante della vostra fiammante automobile, considerato che, secondo il Global status report on road safety dell’Organizzazione mondiale della sanità, muoiono ogni anno nel mondo per incidenti stradali circa 1.300.000 persone e 40 milioni rimangono più o meno seriamente ferite. Una strage.
Perché allora tremiamo al minimo accenno di vuoto d’aria? Perché il rumorino c’inquieta? Perché rimango incollato a Indagini ad alta quota trasalendo allo smanaccio del pilota pasticcione? Proverò a cercare una risposta, la prossima volta, in auto sulla Torino – Milano.
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