Il duo violino e pianoforte di Natascia e Raffaella Gazzana alla sua prima incisione per la Ecm. Suoni tersi in sospensione tra oriente e occidente
di Giovanni Desideri
È un disco di grande eleganza quello del duo Gazzana, formato dalle sorelle Natascia al violino e Raffaella al pianoforte, inciso per l’etichetta ECM New Series (in uscita venerdì 23 settembre). “Musica contemporanea”, se volessimo essere sbrigativi e attirarci gli strali di quanti contestano questa espressione. Lasciando allora da parte una simile definizione, accusata di livellare ogni diversità tra compositori distanti nel tempo e nello spazio, ascoltiamo il suono estremamente pulito di questo cd, merito delle sorelle Gazzana e della qualità tecnica della registrazione. I pezzi sono di Toru Takemitsu (Distance de fée, 1951), Paul Hindemith (Sonata in mi magg., 1935), Leóš Janáček (Sonata, rev. 1921), Valentin Silvestrov (Five Pieces, 2004).
Il brano del giapponese Takemitsu, circa sei minuti e venti, è privo di grandi escursioni dinamiche, è sviluppato lungo una stesso volume di suono, con poche increspature della sua elegante superficie. Sin da subito introduce l’ascoltatore in un’atmosfera rarefatta e accattivante, che sarebbe troppo semplice definire come “orientale”. Il violino sembra portare avanti un discorso intervallato dalle armonie del pianoforte. Un brano dalle sonorità misteriose ed evocative, che attira l’attenzione e invita ad un ascolto non distratto. Qui la pulizia della scrittura, dell’esecuzione e della registrazione fanno davvero tutt’uno (trovando un ottimo prolungamento nel bel libretto accluso al disco).
Il passaggio alla sonata di Hindemith dà l’impressione che lo stesso brano prosegua in un secondo movimento, come una variante dello stesso stile, solo più fluido, meno rarefatto, eppure “pensoso” in maniera analoga (la sonata è in due tempi, il primo ruhig bewegt / movimento calmo; il secondo langsam – Sehr lebhaft / lentamente – molto vivace, anima il discorso, sempre lasciando al violino una parte preponderante, libera e nervosa al temo stesso, con un “ripiegamento”, prima di una conclusione brillante).
La sonata di Janáček, composta nel 1914 e rivista nel 1921, fu eseguita per la prima volta a Francoforte nel 1923 proprio da Paul Hindemith. Articolata in quattro movimenti, è la composizione più ricca di colori del disco, spaziando da un umore più malinconico in apertura, alle macchie di serenità e cantabilità della “Ballada. Con moto” in seconda posizione, pure percorsa da passaggi più intimi, fino ad una conclusione in dissolvenza. Anche la nervosa apertura del successivo Allegretto muta in una più inquieta riflessione, per poi riprendere slancio e concludere. Le sorelle Gazzana conducono il discorso in maniera sempre molto chiara, senza sbavature. La sonata si chiude con un Adagio che sembra il “negativo” fotografico del movimento precedente, presentando echi di passaggi aspri del violino, temperati dalla calma del pianoforte. Il discorso degli strumenti si avvia poi prima ad una serena cantabilità, poi verso regioni terse e tese al tempo stesso, che si spengono gradualmente.
Se “contemporanea” dev’essere, il disco del duo Gazzana si chiude con i cinque pezzi composti nel 2004 dal compositore ucraino Valentin Silvestrov e dedicati al “principe” dei violinisti, Gidon Kremer. Brani sereni e melodici, venati di nostalgia, con un peso sostanzialmente paritario per i due strumenti, quasi in uno stile anteriore alle pagine precedenti. Anche in questo caso interpreti molto attente a tenere “in tensione” l’arco del suono, specie in apertura, un’elegia piuttosto introversa, mentre il resto della serie si apre ad una maggiore luminosità, con chiaroscuri molto espressivi, sia sulla linea melodica che su quella armonica, lucidamente rétro oppure minimalisti.
Che sia musica “contemporanea” o “del nostro tempo”, il disco possiede una forte coerenza. La diversità degli stili, peraltro, sembra risiedere tutta nel “recupero” operato da Silvestrov di sonorità precedenti a quelle presentate dagli altri autori. Il repertorio inconsueto e la qualità dell’esecuzione rendono interessante questo disco così riflessivo. Astenersi ascoltatori distratti.
Tags: classica, duo, ecm, Giovanni Desideri, musica contemporanea, Natascia e Raffaella Gazzana, pianoforte, recensione, violino,
duo gazzana, Five Pieces, ECM 2011
Commenti
Invia nuovo commento