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PUBBLICITA'

La Citroën anti rétro

La pubblicità della nuova DS fa dire a Marylin, Mastroianni e John Lennon che bisogna stare al passo coi tempi


di Franco Milanesi


 
Ricordate la Citroën DS, il “ferro da stiro”, come veniva rinominata quell’auto dalla carrozzeria ardita e inconfondibile, molto avanzata anche nella tecnologia? Bene, dimenticatela. Nel panorama uniformato dove anche le automobili sono a “una dimensione”, la nuova DS3 assomiglia a tutte le sorelle dello stesso settore. 
 
L'uniformità dell'estetica genera inevitabilmente più attenzione alla pubblicità, a cui è affidato, oltre al tradizionale compito di suscitare desiderio di acquisto, anche quello di restituire riconoscibilità e originalità al prodotto. Nel caso delle automobili lo stile degli spot è racchiuso in due opzioni: splatter (rincorse, esplosioni, trucidi che zigzagano tra apocalissi) e family (la morbidezza di paradossali scenari con un’unica auto, la vostra). La Citroën ha scelto per la nuova DS una mediazione tra i due stili. Ha richiamato tre splendidi estinti (Marcello Mastroianni, Marilyn Monroe, John Lennon) e ha trasformato la danse macabre di morti resuscitati e parlanti in un soffice appello “anti rétro”, in cui le tre icone lanciano un messaggio non proprio originale: non rimpiangete il passato, siate moderni. 

L’idea non è nuova. Abbiamo già visto Totò per una marca di spaghetti, le scarpe di Steve Mc Queen, tra poco arriveranno anche i jeans e Jimi Hendrix. Ma in questi casi il mercanteggiare con i defunti (ovviamente ignari) metteva un po’ di tristezza e faceva riflettere non tanto sulle scarpe, quanto sugli eredi e sul diritto di campare di rendita spremendo commercialmente un’immagine. La pubblicità di Citroën invece ammicca, proponendo una “filosofia di vita” dentro cui dovrebbe stare quel modello di auto. Ti fa dire da Marylin Monroe che devi stare al passo; e che l’auto per non perdere il proprio tempo è la DS. 
 
Ora, se non si rispetta il corpo dei vivi, non si capisce perché l’uso immateriale di quello dei trapassati dovrebbe ricevere maggiore attenzione. E non è il caso di fare moralismo sul cattivo gusto della pubblicità. Da quel contenitore sono uscite, in passato come oggi, dimenticabili porcherie ma anche stili innovativi, meccanismi narrativi raffinati, situazioni e personaggi meravigliosamente surreali.
 
Ma così come ci sono pubblicità belle, ce ne sono di brutte, e il brutto di questa della Citroën non è tanto affiancare John Lennon a un’auto (che lui avrebbe detestato); non solo constatare che proprio quei tre, da vivi, di pubblicità ne fecero pochissima ed è un po’ prepotente fargliela fare da morti. Il fastidio più grande è nella sfasatura tra la percezione e il messaggio, fare dir loro qualcosa che va a sbattere contro l’emozione immediata. La vista di Lennon, Marylin e Mastroianni scatena infatti un disperato sentimento rétro. Nostalgia di un tempo in cui la trasgressione era accompagnata dal garbo, da un inarrivabile stile. In cui la mediatizzazione e la pubblicità enfatizzavano, senza inventarla, l’unicità del personaggio, che era radicata in un inestricabile mix di bellezza, distonia e coerenza con il proprio tempo, capacità, carisma. E forse non è un caso che lo stile del “ferro da stiro” fosse, in quel tempo retro, più evidente di quello della DS3.



Tags: Citroën DS 3, ferro da stiro, Franco Milanesi, john lennon, marcello mastroianni, marylin monroe, pubblicità,
08 Aprile 2010

Oggetto recensito:

Pubblicità della Citroën DS3

giudizio:



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