• Seguici su:



Oggetto recensito:
VENERE NERA. LO SGUARDO IMPURO DI KECHICHE
di: lorenzo velle




Una ballata ottocentesca esaltava le attrattive della Venere Ottentotta: ……………………………

Siete mai stati nella città di Londra,/ a vedere le sue rarità:/tra le tante signore di fama/ Ce n’è una più celebre ancor/Essa ha una più celebre casa/In Piccadilly Street,/Dove ha scritto a lettere d’oro/ “La vostra ottentotta”/////Ma voi mi chiedete e capisco/Che cosa diavolo ci fa lì:/quel che c’è in lei da vedere,/Più raro di tutti gli altri,/È un sedere (vi sembrerà strano)/Grande come un calderone,/Per questo gli uomini vanno a vedere/ Questa bella ottentotta. [Da "Freaks", Leslie Fiedler, Garzanti, 1981 ……………………. Ma non è il gran culo della Venere che interessa il signor George Cuvier, professore di anatomia animale al Museé National d'Histoire Naturelle, lo scienziato anti-lamarckiano (quindi, anti-darwinista), - donne barbute, trimammellute, lungocapellute affollano fiere e circhi insieme ad altri freak, - a lui interessa dimostrare che Saartjie Bartman è simile a una scimmiona (il cranio, i denti bianchissimi e forti non ne aumentano la bellezza muliebre, ma ne attestano la scientifica certezza che lo studio che si appresta a pubblicare sulla classificazione tassonomica delle razze possa accrescere il suo prestigio). Di più, Cuvier desidera violare l’intimità di quel corpo di donna, avere a disposizione la sua vulva, asportarla e repertarla in boccia di formalina per convincere la comunità scientifica del tempo che Saartjie è un essere inferiore, una creatura del regno animale. Morirà contento Cuvier, barone napoleonico, ma la sua gloria troverà insigni discepoli: sessant’ani dopo non è cambiato nulla, nel 1896 George M. Gould e Walter L. Pyle pubblicano Anomalies and Curiosities of Medicine; i due raccontano amenità come questa: “Le più civette tra le ragazze [badate, il termine “ragazze” è un passo avanti!] accettano per un eccesso di vanità di sottoporsi ad allungamenti artificiali delle piccole e delle grandi labbra. Si dice che tirino e sfreghino queste parti e che addirittura le stendano appendendo loro dei pesi… perché questa deformazione affascina i maschi di quella razza.”. Non è finita: il XX secolo si apre all’insegna del saggio di Paul Julius Moebius, L’inferioritù mentale della donna; il progresso è enorme: non più scimmia ma idiota………La storia di Saartjie Bartman, Venere Ottentotta, chiama in causa uomini senza scrupoli che del corpo della donna hanno abusato, fatto oltraggio, esibito vivo alle attenzioni libidinose di un pubblico circense o nel privato di Ville Lumière e altri luoghi di alta società a elevato tasso di perversione, esibito morto alla curiosità di una scienza, disumana sempre, parata all’uso penetrativo di forcipi e bisturi. La vita di Saartjie è un calvario che lei percorre, inibita dalla frusta del lercio Hendrick Ceazar, dal versare una sola lacrima sul suo passato costellato di morti (il marito che le aveva promesso viaggi intorno al mondo, i figli spazzati via dall’inedia). Ceduta da Ceazar al domatore d’orsi Reaux, un pervertito ribaldo puttaniere sadico, la donna ottentotta attraverserà gradini dell’orrore nelle stanze dorate della borghesia parigina dove, per accendere i sensi sopiti di vizze dame ghignanti e uomini svirilizzati dal tedio, sarà sottoposta, complice un baraccone di zoccole, alle circolari ingiurie della pornografia da salotto buono………………………Abdellah Kechiche segue a ruota Cuvier, Ceazar e Reaux: in due ore e mezza di illustrazioni d’epoca di materiale usurato (i riferimenti iconografici da romanzo d’appendice, il meglio lo trovi in qualche reminiscenza di art nouveau cattolicheggiante via Barbey D’Aurevilly e massime qualche scenetta rubata al decor di un Fernand Khnopff), il regista fa della magniloquenza la cifra precipua, senza uno iato, a perdifiato, caso mai qualcosa delle raffigurazioni dell’infamia sfugga al suo peeping tom-controllo. Non un film in difesa delle razze, delle donne, ma una total immersion coloratissima tra marché aux puces e sexy shop, all’insegna di un neo-positivismo straccione buono ad accalappiare la platea.

[Vénus noire, Francia, 2010, Storico, durata 159'] Regia di Abdel Kechiche Con Olivier Gourmet, Jonathan Pienaar, Jean-Christophe Bouvet, Andre Jacobs, Olivier Loustau, Eric Moreau, Ralph Amoussou, Diana Stewart, Yann Sorton, Gilles Matheron]

NOTA: La versione italiana del film è tagliata di circa 15 minuti per 'alleggerire' il film di una lunga sequenza pesante, inutile e volgare; non sono propenso all'idea di censura, mai e in nessun caso, anche perché nella versione che ho visto di 141' circa mi sembra che Kechiche si sia troppo immerso in una sorta di "Salambo" ottentotta, sacrificando ciò che di buono poteva tirare fuori da una storia così fuori dell'ordinario; al contrario, se pure un autore ha intimamente l'intento di costruire un'opera anticoloniale, antirazzista, questo deve essere percepito dallo spettatore, perché la 'neutralità dello sguardo' non sempre paga. Nessun paragone, quindi con "Freaks", "Elephant Man", opere nelle quali la neutralità dello sguardo non implica la rimozione della pietas. Kechiche, al contrario, si fa prendere dalla cornice esotica, vi si immerge, cita a sproposito Daumier, i simbolisti francesi, la carne, la morte e il diavolo, credendo di fare i virtuosismi di Ophuls, fa vorticare la mdp in maniera iperbolica, finendo in un estetismo fine a se stesso. Certo, affermare che tra gli aguzzini della Venere Nera c'è anche Kechiche, è una provocazione che ha un fondo di verità perché la voglia di estetismo collide con con la volgarita esibita di molte scene, per es. quando Reaux, per eccitare la conventicola dei signorotti, fa balenare un fallo di gomma che posa sulle labbra, sotto le nari, alla lingua dei depravati sadici. Potrei definire questo film 'jacopettiano', un aggettivo che, con mia somma sorpresa, negli ultimi tempi, con lo sdoganamento irresponsabile del trash ha assunto un valore positivo.





0





Commenti

Invia nuovo commento

Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente.
CAPTCHA
Questa domanda serve a verificare che il form non venga inviato da procedure automatizzate
Image CAPTCHA
Enter the characters (without spaces) shown in the image.