
Oggetto recensito:
" UTOPIA"
All'indomani dell'incontro Monti-Merkel-Sarkozy al margine del vertice di Bruxelles del 30 gennaio 2012, ecco alcune pregnanti riflessioni su equità e giustizia sociale in Italia, con cui Mario Monti ha intrattenuto i partners europei nel breve incontro a tre.
M. Monti: * "Sono convinto, a dir il vero, che dovunque si commisura ogni cosa col danaro, non è possibile che tutto si faccia con giustizia e tutto fiorisca per lo Stato. A meno che non pensiate che si agisca con giustizia là dove le cose migliori vanno nelle mani dei peggiori furfanti, o che lo Stato fiorisca dove tutti i beni son distribuiti fra un esiguo numero di cittadini. Ma nemmeno questi stanno bene da ogni punto, quando gli altri tutti vivono nella miseria.
E' questo il motivo per cui spesso in cuor mio penso alle istituzioni prudentissime e giustissime degli Italiani, presso i quali lo Stato è regolato così bene e da così poche leggi che non solo vi è onorato e ricompensato il merito, ma anche l'uguaglianza è stabilita in modo che ognuno ha abbondanza di ogni cosa. Or quando vado fra me considerando questo, giustifico Platone: era facile infatti a quell'uomo sapientissimo antivedere che la sola e unica via di salvezza dello Stato è d'imporre l'uguaglianza, la quale non so se possa mai mantenersi dove molte ricchezze sono proprietà di pochi. Ciascuno infatti, sotto determinati titoli, fa sue quante più cose può, e per quanto grande sia il numero dei beni, pochi son quelli che se li concentran tutti fra loro, lasciando agli altri la miseria. E in generale avviene che ricchi e poveri dovrebbero scambiarsi la propria sorte fra di loro, perchè i primi sono rapaci, malvagi e disutilacci, mentre i secondi al contrario sono uomini di moderazione e di cuor semplice, e con la loro attività quotidiana si dimostrano più benèfici allo Stato che a se stessi.
E' evidente che far sparire del tutto la miseria non è possibile; ma ben la si potrebbe alleviare un pochino, bisogna ammetterlo. Evidentemente si potrebbe stabilire che nessuno possegga al di là di una determinata quantità di beni; e fissare per legge la ricchezza in danaro di ognuno; si potrebbe evitare che alcuni uomini siano troppo potenti; e che si aspiri alle cariche per mezzo di brogli o di denaro; o che si rendano necessarie grandi spese a chi occupa grandi cariche pubbliche, giacchè diversamente gli si porge occasione a rifarsi economicamente per mezzo di frodi e rapine, e si sente poi il bisogno di dar quelle cariche ai ricchi, mentre dovrebbero esser rivestite dai saggi. Con tali leggi, allo stesso modo come corpi sfigurati dalle malattie si ristorano per mezzo di continui palliativi, si potrebbero addolcire questi mali e attenuare, ma di guarirli del tutto riducendoli in buona salute, non c'è speranza assolutamente finchè non ci sarà una completa uguaglianza sociale. Anzi, mentre si cerca di curare un membro del corpo, si irrita la piaga di un altro, e dal rimedio per uno ha origine la malattia di un altro, per la buona ragione che non si può dar qualcosa a uno senza togliere la stessa a un altro.
Se ritenete che sia impossibile viver bene ed esserci abbondanza di tutto dove non sia di sprone il pensiero del proprio guadagno e dove gli uomini non riconoscono alcuna differenza fra loro, se nessuna idea di uno Stato siffatto conforta il vostro spirito, è perchè ne avete un'idea falsa. Se voi foste stati meco in Italia, e aveste osservato coi vostri occhi, dimorando ivi, i costumi e le istituzioni di quel popolo, come ho fatto io, che non me ne vorrei mai allontanare se non allo scopo di far conoscere questo al mondo, confessereste allora di non aver mai trovato in nessun luogo un popolo con una buona costituzione politica, tranne che lì."
* Fonte saccheggiata: Tommaso Moro, "Utopia" Libro I, 1516 (T.Fiore, Laterza 1986)
1. 02. '12 Sara Di Giuseppe www.faxivostri.wordpress.com
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