
Oggetto recensito:
Un libro fotografico arricchito dai commenti di qualcuno che c'era per ricostruire quanto accadde a Milano in via de amicis il 14 maggio del 1977 dove fu ucciso l'agente Custra, il titolo evoca la celebre foto che ritrae Giuseppe Memeo nell'atto di sparare ad altezza uomo e che è diventata un pò l'icona degli anni di piombo.
Quel giorno, racconta il libro appena edito da deriveapprodi, migliaia di giovani scesero in piazza per manifestare la loro rabbia contro la morte di Giorgiana Masi e contro l'arresto di due avvocati di soccorso rosso (Spazzali e Cappelli), c'era tutta la autonomia milanese, la banda Bellini il gruppo del casoretto e tanti altri. Sempre leggendo il libro si apprende che venendo meno agli accordi degli organizzatori, che avevano previsto una grande manifestazione priva di scontri diretta al duomo, alcuni ad un certo punto si staccarono dal corteo per dirigersi verso il carcere di San Vittore e che, una volta avvedutisi dell'ampio schieramento di forze dell'ordine, proprio nella contigua via de amicis tirarono fuori le armi e così accadde quello che accadde.
Il fatto, sempre si legge nel libro, ebbe un effetto dirompente sull'intero movimento milanese (ma non solo) del 1977, in pratica, a seguire la tesi del libro, fu la fine dello spontaneismo organizzato di massa e l'inizio di tanti successivi percorsi di lotta armata verso i tanti nuovi gruppi che in seguito sarebbero sorti in Italia primo far tutti quello di Prima LInea.
Per l'omicidio dell'agente Custra fu fatto un primo processo ma solo anni dopo con la scoperta delle foto scattate quel pomeriggio a Milano fu possibile ricostruire la vicenda ed individuarne i responsabili, la maggioranza dei quali, peraltro, accettò quasi subito di ammettere le proprie colpe.
A conferma della tesi di quel libro va dato atto di due cose.
La prima è che effettivamente molti di loro dopo quel fatto avrebbero aderito a diversi gruppi armati, chi alle FCC di Alunni, chi a PL, chi ai PAC di Battisti e chi, come Barbone, che era alla testa di quel gruppo armato di via de amicis, alla brigata 28 marzo che nel 1980 avrebbe ucciso il giornalista Walter Tobagi.
La seconda è che dopo quel "glorioso" 1977 il movimento non saprà più ripetersi nei successivi 1978 e 1979.
Ma ciò detto, quel libro sembra dimenticare molti altri fatti accaduti nel nostro paese dopo quel 14 maggio che sono altrettanto necessari, io ritengo, per capire e spiegare gli anni successivi, onestamente insomma ritengo un pò "semplicistico" attribuire tutta la colpa della "fine del sogno" a quel pomeriggio del 14 maggio 1977.
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