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Oggetto recensito:
Soppressione della pagina "Doppia Difesa" sul settimanale CHI
di: Gianluigi Mauri




Fossi nei panni di Giulia Bongiorno e di Michelle Hunziker non sarei sorpreso per la decisione del Ciambellano (la definizione non è mia) Alfonso Signorini di non pubblicare più “Doppia Difesa”, sul settimanale CHI. E, ancor meno, mi stupirei per il modo in cui (non) sono state avvisate della soppressione della loro rubrica. Quando si ha a che fare con le seconde linee, non possiamo pretendere che abbiano la stessa arroganza baldanzosa, il medesimo decisionismo machista e l’uguale sfrontataggine impunita che ha chi detiene il comando. Viene facile citare Berlusconi, dal momento che Alfonso è un suo subordinato: quando LUI vuole cacciare qualcuno va in TV e lo dice, col tono arrogante, deciso, sfrontato di cui sopra. E ci mette la sua (sua?) faccia, perché è lui il Padrun, il Boss, il Conductor. Alfonso Signorini, invece, è il piccolo fratello pagato per fare il critico al Grande Fratello; e, in quella veste, non so voi ma io lo ascolto con molta partecipazione; la stessa con cui la zia di secondo grado seguiva la mia lettura, in prima elementare, della poesia di Natale. Alla fine mi sorrideva e mi faceva i complimenti per l’intensità della recitazione e per il maglioncino proprio carino che indossavo. Appunto. Lo stesso ineffabile sempre-sorridente Alfonso è il conduttore di una trasmissione su RMC che ha un titolo molto obiettivo (nel senso di … tendere a): “Alfonso Signorini Show”. E’ un must per chi l’ascolta dalla propria auto, perché ci si può distrarre, anche quando ricorre alle volgarità più gratuite, sulle quali, per contratto, solo i suoi co.co. (sta per co-conduttori) sono costretti a ridere, come se ascoltassero le barzellette del Boss (vero Luisella Berrino?). In quella stessa trasmissione, AS intervista i personaggi dello Star System e lo fa con una sagacia e una intensità che bucano lo schermo, pardon, il frontalino della radio. Fate caso a quei “certo … sicuro …” buttati lì, a commento di molte delle risposte: in quei momenti ha l’aria di uno che non si ricorda la domanda che ha appena fatto o, peggio, di chi si annoia così tanto, ma così tanto che, mentre dice “certo”, guarda l’ora”, e, quando aggiunge “sicuro”, sfoglia l’ultimo numero di Sorrisi e Canzoni (l’altro suo settimanale; tanto per dire che, nella Berlusconi Enterprise, anche le anime semplici possono aspirare al doppio incarico). Ebbene, questo eterno liceale del giornalismo, per un “difetto di coordinazione”, non ha potuto comunicare per tempo a Bongiorno e Hunziker che: atteso che per tre anni nessuno s’è filata la loro rubrica vista l’incoerenza della stessa con lo “spirito ottimistico e speranzoso del giornale”; “Doppia Difesa”, con effetto immediato, viene soppressa, cancellata, cestinata, come da volontà dei lettori, certificata da un sondaggio, ops, da una Indagine di Mercato. Ora, Giulia e Michelle, mi rivolgo direttamente a voi: non vi sembra che offrire le vostre rimostranze ad Alfonso Celibi (uso un sinonimo; anche il suo cognome, ripetuto, annoia) sia una privazione eccessiva del vostro tempo e un onere insopportabile per chi è ancora impegnato a scoprire se altre pagine sono state infettate dallo stesso virus “comunista” (Giulia, anche tu!), prima che se ne accorga LUI (La Unica Indagine)? Mi permetto di darvi un consiglio che, se non questa volta, potrà valere in casi analoghi. Lo prendo in prestito dallo scrittore e umorista statunitense Arthur Bloch, il quale diceva: non discutere mai con un servo idiota: la gente potrebbe non notare la differenza. Confesso: la parola “servo” nell’originale non c’era. L’ho aggiunta io.





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