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Oggetto recensito:
Matita e acquerelli in viaggio
di: Giorgio Camaioni




Matita e acquerelli in viaggio

"Intorno al Mediterraneo" - Disegni e acquerelli di Salvatore Santuccio - 19. 11. - 8. 12. '11 Palazzina Azzurra - San Benedetto del Tronto - AP

Salvatore Santuccio non lo conosco. Me l'immagino con lo zaino, su una R4 color sabbia prima serie coi vetri fissi. Andatura dondolante in viaggi faticati ma liberi, estivi. Senza meta, senza tempo. Quando il low cost non c'era ma si faceva, senza trolley telefonini e file per la sicurezza. Non so se Salvatore Santuccio ami particolarmente il mare, comunque segue le coste (certo la R4 non amava le salite...). Nello zaino forse ha una Comet, ma non la usa; chissà come ha pure un mucchietto di matite Fila e un astuccio metallico d'acquerelli di scuola 12 colori: userà quelli. E va.

Un po' d'Italia ed ecco la France du midi, quindi la Spagna, il Marocco... Immagino un percorso antiorario: Tunisia, Egitto, Turchia, Grecia, Jugoslavia, di nuovo Italia giù fino in Sicilia, e poi di nuovo su... ma sono andato veloce e non in ordine. Lui invece va piano. Fa caldo. Lui, paziente, disegna i posti e il caldo. Le matite non tradiscono mai, basta fargli la punta, per l'acquerello non hai che da allungare il braccio, va bene anche l'acqua di mare. Rimanderà i ritocchi alla sera, sotto la tenda, zanzare della Camargue permettendo... Un posto dopo l'altro, un disegno dopo l'altro. Foglietti volanti piccolo formato, magari usati o spiegazzati. Disegni da cartolina, in posa, ma non impassibili "fotografie". Immagini d'insieme e particolari, senza turisti di mezzo. Inquadrature d'architetto piene d'equilibrio. Disegni statici, senza vento, luce giusta che pare misurata con l'esposimetro. Testimonianze di un passaggio rispettoso, mai frettoloso. [Stupenda Arles silenziosa e vuota, prima dell'ora dei turisti]. Ma ogni città, scorcio, monumento, sono raccontati con semplicità di matita, vien voglia anche a te di provarci.

Un maestro forse ci insegnò a disegnare con la matita. O meglio tentò, ma invano. Chi gli dava retta. Ci diceva di guardare (non troppo vicino) con gli occhi socchiusi, di chiuderli e riaprirli. E di buttar giù i segni come ci sentivamo, senza paura, senza correggerli subito o cancellarli con l'ansia e la gomma, che non erano sbagliati... Il tratteggio inclinato parallelo e incrociato (più difficile il secondo), la sovrapposizione dei segni, il peso del polso... Il gusto di "non finire" il disegno a tutti i costi, di riprenderlo in altro momento, guardando meglio nel ricordo, o nel pensiero. Con gli acquerelli invece era un disastro subito, quelli non perdonano.

Ma non volemmo imparare come Salvatore. E se abbiamo avuto una R4 beige coi vetri fissi l'abbiamo usata solo per muoverci oziosi, non per trasportare matite e acquerelli da consumare in viaggi mediterranei. Immagino ancora Salvatore Santuccio come giornalista viandante, curioso, polveroso e poeta, che racconta con disegni da taccuino Moleskine a quadretti, da conservare gelosamente come i pensieri. E da appendere una volta in Palazzina, in quadretti affettuosi e sereni, un po' come i disegni - non di viaggio, quelli - di Lisa Ponti. Magia di matite ed acquerelli.

22. 11. '11 Giorgio Camaioni www.faxivostri.wordpress.com





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