
Oggetto recensito:
L’UOMO NELL’OMBRA, di Roman Polanski , con Ewan Mc Gregor , Pierce Brosnan , Kim Katrall , Olivia Williams ,Usa Germania , 2010 ,durata 131 minuti.
Il libro di Robert Harris - Il ghost writer - mi fissa da un’edizione Mondadori ,incapsulata in un cielo incerto di cirri , cumuli , nembi formati da altri libri ammassati in attesa di un’occasione di schiarita .In copertina , un uomo senza occhi ,eppure accigliato : sa che dopo il film , il libro non verrà aperto . Così come il recensore sa che la non conoscenza del testo gli impedirà di fatto l’irresistibile tentazione cui nessun mai si sottrae , ossia quella di parlare dell’uno e dell’altro insieme , per carità , mica per confrontarli - sono generi diversi - ma giusto per fare dei parallelismi che imbottiscano un po’ la mancanza di ispirazione . Invece niente . Ignoranti & speranzosi, ci affidiamo per più di due ore al regista , che , sarà anche per via dell’età , parte lentissimo e continua con un ritmo decelerato , senza che molto accada . Nel frattempo , lo spettatore , per tenersi occupato , si chiede dove abbia già incocciato la segretaria bionda del primo ministro , e , intanto, pensa con rammarico misto a soddisfazione che anche il superincerato Brosnan ha messo su pancetta . Nell’isola statunitense in cui si svolgono i fatti , si gioca un po’ ai piccoli indiani moderni e quindi più ambiziosi , ma senza troppa fantasia . E , sempre molto lentamente , forse per motivi coronarici , si resta in attesa che la trama si sviluppi , con grande spreco di grigi ,di spruzzi di pioggia , di chiome fradice, che fanno pensare ad una sponsorizzazione neanche tanto occulta dell’Oreal per le donne ; mentre Mc Gregor sembra sempre alla ricerca del barbiere di fiducia che gli sistemi il ciuffo invariabilmente zuppo. Dopo poche e neanche tanto verosimili traversie , ma molti accappatoi in tinta ,di colpo , alla fine , i fatti precipitano , e la già rada collana si infrange sul pavimento , pronta a proliferare altro male da ciascuna singola perla rimasta . E lo spettatore nota che nel frattempo l’attore principale ha immerso nell'acqua un altro po’ di pelo ,mentre la segretaria , alla fine , ma proprio alla fine , si illumina di una ormai insperata connessione sinaptica : la Kim Katrall di Sex and the city - per capirci , quella compulsivamente ninfomane.... Il copione è troppo minuziosamente statico ; la macchina da presa non tralascia nulla della casa ipermoderna e dell’isola pseudoselvaggia;mentre il mondo là fuori , e le grandi potenze , ronzano col rumore attutito ma costante delle api sedule e malvage , che fanno sempre le stesse cose.E talvolta non si capisce nemmeno bene perchè .
Con un solo e vecchio proverbio francese , potremmo rovinare la sorpresa a chi , diffidente e incauto , ancora andrà a vederlo . Ma non lo faremo . Non per rispetto , ma in barba alla tendenza di raccontare ormai quasi solo la trama del libri e dei film , come si trattasse di porno in cui , per definizione,non esiste nè plot , nè sorpresa. A giudicare dalle prime recensioni intraviste , il film è piaciuto ai vari osti dei vari giornali Certo,c’è di peggio. E non diremmo nemmeno che da Polanski ci si aspetterebbe di più , perchè la grande stagione del regista ci pare da tempo passata. E neppure si rimane vagamente appagati dalla prurigine perfin troppo scoperta di un roman à clef -pardon,fantapolitico-dove compaiono, malamente mascherati ,temi, personaggi , e paure dell'attualità . Filtrato tutto il beverone,resta un mestiere sperimentato,anche se farcito nel contempo da ingenuità o pedanterie da apprendista . E’ dunque un film di cui si puo’ giustificare la visione solo stando a casa , senza ritualità di sale buie che sono così belle quando i film sono belli. E stare a casa significa rimpolpare i carenti e diligenti 132 minuti sgranando i piselli , spulciando il gatto , o, per i più spregiudicati , parlando d'amore al telefono,sorseggiando qualche alcoolico compensativo . Con la certezza di essersi poi persi dettagli essenziali ,che avrebbe reso il tutto più degno , più giallo , più noir,più....di intrattenimento Allora in questo caso , e solo in questo caso , si puo’ consigliare per piccoli schermi e cucine non living Perchè poi,essendo un film inutile,viene da dire che è un classico . Ma la classicità è un’altra cosa e tiene per definizione lontani sia gatti che bacelli
Commenti
Invia nuovo commento