
Oggetto recensito:
La sofferenza reale, la narrazione di una nuova rinascita che spinge la macchina da presa nei misteri della fede, nell'inquadratura as(fiss)iante che concede poco alla suggestione ed all'integralismo religioso per non sfociare nel grottesco e nel misticismo. Così il film della Hausner racconta Lourdes, il viaggio della speranza, il pellegrinaggio verso una parola chiave: speranza. E la speranza è il filo conduttore che tesse le storie di malati e di assistenti, di piccoli sacerdoti e di grandi miracoli. Il film concede poco all'interpretazione ed al sarcasmo, si limita a testimoniare i cristiani nelle loro sfaccettature più diverse, una sfera fatta da piccoli brillamenti, ma anche da contraddizioni e passi falsi. La visione di questo film ci rende testimoni di una storia (quella del santuario) fatta di altre storie, un intreccio mistico tra fede e reale, dove l'occhio della regista si presenta a documentare, a lasciare scorrere i silenzi incontrastati della preghiera e del dolore. Ci si aspetta il grande colpo di scena che non arriva mai, abituati ad una visione anestetizzata del tutto, anche del finale che raccoglie i pochi elementi di umanità che scorrono nei credenti e non.
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