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Oggetto recensito:
Lo zio d'America
di: Giorgio Camaioni




Lo zio d'America

[ Frank MAROCCO (fisarmonica) & Daniele DI BONAVENTURA (bandoneon) in concerto ] XV Summer Tam 2011 (Tutta un'Altra Musica) 2 agosto 2011 h 21.30 - Faro Marittimo di PEDASO - AP

Per noi, che per intere stagioni fummo mollemente stregati dal "Guardiano del Faro", andare ad un concerto al Faro marittimo di Pedaso è stato irresistibile. Tutta un'Altra Musica, si capisce. E ci accoccoliamo in tanti sulla "platea" spontanea, ondulata come la tolda di un veliero, il bosco intorno e di fronte come quinta di palcoscenico, e il vecchio Faro sopra a sciabolare di luce la notte e le sue stelle.

Due eleganti mantici a confronto, come sul ring d'un mondiale: a turno ondeggiano, in simultanea vibrano, s'inarcano, si torcono, si aprono e si chiudono, si inseguono, si aspettano, si inchinano... Magro guizzante impulsivo, l'uno; l'altro appena più statico, l'aria saggia e rassicurante di maestro. Il nipote e lo zio. Il primo un po' lo conoscevamo, il ragazzo abruzzese/marchigiano che "gioca in casa", bandoneonista sublime e comunicativo che suona sempre coi grandi (lo ricordiamo a gennaio, con Paolo Fresu al Teatro dell'Aquila di Fermo). L'altro ci era meno familiare, ma certo da ieri per tutti è di colpo familiarissimo il volto, la sua musica è stampata in mente, insieme col suo incerto affettuoso e buffo slang, la figura pacata, il carattere quieto, la spontanea umanità, lo sguardo sorridente... Da dietro quegli occhialetti senza moda non guarda mai la tastiera (destra), ma Daniele, e noi. Tra le mani ha un'orchestra intera, che suona tutto il possibile e l'impossibile. Mai in affanno nè mai si scompone, ci fa sembrare tutto facile e naturale, potrebbe essere nato "con" la fisarmonica.

D'altronde, pur vivendo a Los Angeles, Frank Marocco è nato vicino a Chicago, dunque vicino a Chicago Higts, colonia sambenedettese: ecco perchè ci sembra un nostro vecchio zio d'America. Ma in forma, per niente invecchiato, tale e quale come ci lasciò decenni fa. Lo zio Frank s'è solo un po' scordato l'italiano e la voce gli è un po' diventata roca (come Marlon nel Padrino...), ma si fa sempre capire benissimo. Daniele Di Bonaventura dev'essere diventato il suo nipote prediletto, parlano in musica tra loro, e tra loro c'è affetto, intesa, magia. Ne regalano generosamente anche a noi qui, stasera, al Faro di Pedaso.

3. 8. '11 Giorgio Camaioni

www.faxivostri.wordpress.com





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