
Oggetto recensito:
È lo spettacolo di danza più rappresentato al mondo durante le festività natalizie e il Teatro San Carlo di Napoli lo mette in scena dal 27 dicembre al 2 gennaio 2013: è “Lo Schiaccianoci”, balletto in due atti su musiche di Čajkovskij, tratto dal racconto di E. T. A. Hoffmann “Lo schiaccianoci e il re dei topi”. La coreografia, di Luciano Cannito, è ripresa da quella originale di Petipa e Ivanov e da quest’ultima se ne differenzia solo per pochi e non significativi aspetti. La storia è più o meno sempre la stessa: in occasione del Natale, la piccola Clara riceve in dono dal parente-amico di famiglia-un po’ prestigiatore Drosselmeyer (non si è mai capita bene l’identità di questo personaggio) uno schiaccianoci a forma di soldatino. Di notte, dopo essersi addormentata, Clara sogna il suo schiaccianoci assumere forme umane e mettersi a capo di un esercito di soldatini per combattere un nutrito gruppo di topi orripilanti. Dopo aver sconfitto le mostruose creature e il loro cattivissimo re, lo schiaccianoci-soldatino accompagna Clara nell’incantevole regno dei dolciumi, imbiancato a una cascata di fiocchi di neve, retto da un principe e una principessa zuccherosi e bellissimi e abitato da ogni genere di leccornie. La fantastica avventura onirica di Clara si conclude al suo risveglio. La particolarità della versione di Luciano Cannito sta nel fatto che l’intera storia si muove intorno ad un gesto d’amore: all’inizio del primo atto, infatti, Clara dona un piccolo regalo ad un mendicante ignorato da tutti e che in realtà è l’elegantissimo e magico Drosselmeyer. Questo atto di generosità ripagherà Clara con una notte in cui potrà vivere come reali i propri sogni. Sulle tavole del Massimo napoletano, Clara è interpretata da Ottavia Cocozza, ballerina dalle punte perfette che conferisce al suo personaggio quella vivacità, quella spensieratezza e quell’ingenuità tipiche della fanciullezza. I ruoli del principe e della principessa Confetto sono affidati a due étoile internazionali di origine napoletana: Giuseppe Picone e Ambra Vallo. Punta di diamante del Brimingham Royal Ballet, beniamina del pubblico inglese, la Vallo è tanto bella quanto brava. Delicata e precisa nella tecnica, deliziosa nell’interpretazione. Discorso a parte merita Giuseppe Picone: animale da palcoscenico dalla tecnica impeccabile, artista fin nel midollo, elegante anche solo nel raccogliere gli applausi, possiede una bellezza che spiazza e un carisma – dentro e fuori la scena – che ammutolisce e ammalia. Buona, nel complesso, la prova del corpo di ballo sancarliano che, però, nelle danze d’insieme pecca di una mancanza di sincronismo e mostra talvolta equilibri un po’ instabili. Suggestivo l’intervento dei topi nel primo atto; divertenti i nonni di Clara (Giordana Maura e Stefano Angelini), attempati vecchietti che tentano goffamente di danzare un minuetto, mentre nel secondo atto si fanno notare Corona Paone e Alessandro Staiano in una sensuale danza araba (figurina del caffè). Ma ad entusiasmare il pubblico più di tutti è il giovane Salvatore Manzo nei panni di Arlecchino (uno dei pupazzi meccanici che Clara riceve in dono): musicalissimo e tecnicamente perfetto, con i suoi salti straordinari e le sue impressionanti aperture strappa ovazioni e applausi calorosi. Degno di nota il toccante intervento del coro di voci bianche del Teatro San Carlo che accompagna la danza dei fiocchi di neve e chiude il primo atto creando in sala un’atmosfera mistica e rarefatta. Meravigliosi i costumi di Giusi Giustino, così come le scene di Nicola Rubertelli. Le note cajkovskiane eseguite dall’orchestra del Teatro San Carlo, diretta, per l’occasione, dal maestro Giuseppe Finzi, sono le vere protagoniste dello spettacolo e aiutano a ritrovare la magia della festa più bella dell’anno. “Lo schiaccianoci”, un classico del balletto che da ben 120 anni affascina grandi e piccini, ha soffiato una ventata di vitalità su un Natale napoletano, quello del 2012, apparso un po’ sottotono.
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