
Oggetto recensito:
L'AQUILA in Palazzina
[ "SCATTO" / Albero Cicchini fotografo - 14. 1. / 25. 1. '12 - Palazzina Azzurra - San Benedetto del Tr. ]
Come entri tiri un sospiro di sollievo: il terremoto è solo nelle immagini sui muri, qui non trema niente. Ma nelle fotografie di Alberto Cicchini c'è di più: sembrano foto di guerra congelata. Devastazioni così definitive sappiamo possono farle cannonate e bombe, certe voragini i missili, certi terrificanti squarci i carri armati. Oppure è finzione cinematografica? Come mai la luce è sempre giusta, l'immagine ferma, l'inquadratura bilanciata? Perchè non c'è mai vento, o polvere che si alza come nebbia? Perchè case palazzi chiese e macerie sembrano in posa? Perchè tutto il disordine se ne sta ordinato, e silenzioso? Neanche le cose animate hanno movimento, a parte i "Ragazzi che giocano a pallone" (23. 4. 09) al Campo San Gregorio, gli "Sfollati di spalle" sotto la coperta marron a rigoni bianchi che vanno chissà dove tra le auto, il "Vigile con orsetto-pelouche", che vorrebbe restituirlo...
Perchè dopo un terremoto tutto sta fermo, in attesa. Grovigli di linee spezzate, colline di roba rotta, disegni sbagliati di panorami, elementi curiosamente sospesi che non hanno obbedito. La forza di gravità, ancora più forte, ha detto passo più tardi. Le case arrese ("Lenzuolo bianco legato al balcone", a piombo come un impiccato), la "Persiana orizzontale a terra" con madonne di carta incorporate, il "Cesto da pallacanestro" inclinato ma intatto dove nessuno farà più cesto, la Mercedes metallizzata AQ 290007 incredibilmente integra, chissà se col motore acceso, che aspetta il padrone davanti all'ex casa...
Alberto coglie composizioni mirabili che neanche un pittore: le macerie di Onna col quadrato di intonaco turchese in alto a destra, lo squarcio di muro giallo-oro di tramonto di via XX Settembre che "incornicia" alla perfezione un quadro modernista, l'Hotel Duca degli Abruzzi comicamente spostato come un dado (7. 4. 09), con le 19 bandiere di stato allineate davanti, pulite e stirate, che il terremoto gli ha fatto un baffo, e il Cimitero di Rolo che invece sembra vivo...
Il talento e la naturale bravura di Alberto: i suoi "scatti" dell'Aquila non ti mettono prudente angoscia, ma civile irrefrenabile rabbia.
17. 1. '12 Giorgio Camaioni
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