
Oggetto recensito:
La vita della discarica
Ora di pranzo, anzi primo pomeriggio, un panino veloce consumato al bancone di un bar, il televisore trasmette il tg di rete vattelaapesca. La mia attenzione si attiva e viene richiamata da una frase strana: "....gestiremo il post-mortem della discarica in maniera sicura, per evitare che il percolato..etc etc etc". Trattasi di servizio su discarica chiusa ma inquinante, un riottoso comitato di cittadini protesta e un goffo politico risponde in maniera poco convincente. Film già visto. Il post mortem della discarica. Il post mortem della discarica. Mi ripeto. Il post mortem della discarica? Mi chiedo. Esco dal piccolo bar, col gusto del caffè in bocca e continuo a pensare. Povera discarica, una tanto brava discarica.... Pace all'anima sua. Ei fu. Siccome stracolma di monnezza, dato il mortal olezzo stette la carcassa abbandonata.... Ma non son poeta, il Manzoni l'ho studiato troppo tempo fa e in testa mi si forma un turbinio di immagini. Che le discariche avessero una vita è , onestamente, un particolare che mi era sfuggito. Ma pare sia proprio così. L'insieme dei rifiuti, delle cose che gettiamo, di ciò che scartiamo perché considerato indegno di appartenerci, si riunisce in un organismo che diventa vivente. E poi eterno. Infatti respira e il suo miasma vola lontano per chilometri, la linfa vitale inizia a circolare nei suoi strati e scende sempre più in basso nel profondo della terra che l'accoglie. Nasce e subito inizia a crescere come un cucciolo iper nutrito che diventerà obeso oltre ogni limite. Soprattuto acquisisce il carattere dell'eternità e dell'inamovibilità. Resterà li per sempre, non un diamante, una discarica è per sempre! Donne facciamocene una ragione. E come per tutti gli esseri viventi la vita vissuta sarà nulla rispetto all'eternità che aspetta l'insieme dei nostri scarti. Non avevo mai pensato al cassonetto come rampa di lancio per il futuro delle mie scorie. Le discariche hanno un post mortem dunque, a me resta solo che differenziare e cercare di consumare, in preda a un vero consumismo...nel senso letterale del termine, del consumare, utilizzare finché non è proprio da buttare, liso, qualsiasi cosa sia. L'eterno, caro il mio calzino vecchio, te lo devi guadagnare!. Nel mio paesello c'era una discarica e c'è ancora, ma negli anni ottanta era a cielo aperto ed in riva al mare, oggi non più, per fortuna. I giovani maschi ci andavano nottetempo per essere accarezzati dal brivido del rischio a sfidare enormi ratti, grandi come castori canadesi. I ratti, molto infastiditi, di solito avevano la meglio e i giovani maschi fuggivano,tuttavia molto soddisfatti, a bordo di 127 Fiat, ciottolanti e rugginose. Ora è una duna enorme, ricoperta dalla sabbia che il vento di mare ci sospinge continuamente e colorata da chiazze d'erba e arbusti bassi. Quasi un luogo ameno. Qualche bagnante in estate, nuotando alle sue pendici, si chiederà quale prodigio della natura abbia formato questa grande duna che svetta, sola, in un panorama già fortemente turbato. Un miracolo della natura penserà. In un certo senso lo è, pace all'anima sua.
Commenti
Invia nuovo commento