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Oggetto recensito:
La metropolitana di Mosca
di: Giuseppe Acconcia




Un vecchio, chino in piedi sbronzo, è la prima figura che incontro sul pianerottolo. Solo un cenno di saluto. E poi, sotto i passaggi delle cinque autostrade del centro. Quei lunghi corridoi finiscono nei mari dei clandestini, nei sotterranei delle montagne abitati da rifugiati, nelle linee degli aerei internazionali occupate dagli espulsi. Le fermate sono strade colme di gente che attende all’ingresso di bocche-sesami all’inizio chiuse da inferriate implacabili alla fine aperte già dentro vetture. Kitay –Gorod mi fermo e aspetto quel cerchio immaginario collega i 56 incroci: punti d’incontro o sotterranei intricati o labirinti di scale profondissime. L’incontro duro è a Biblioteca Lenina, i quattro percorsi intersecano vie agitate Mayakoskaya prepara all’ingresso in città tra larghi viali, statue giganti e autostrade tangenti Pushkinkaya Teatralnaya Lascio la 3 prendo la 1 Kurskaya Izmailovskaya Quei fusti di contadini kolchoziani imbracciano fucili, aspettano riscatto, una lacrima scorre da quegli scarabocchi scende dai volti attraversa i nasi i baffi e le bocche giù per i colli lungo le vesti, le gambe e i fucili salta dai piedi scorre sulle lunghissime scale mobili attende l’apertura delle porte sale in vettura viaggia a ritroso lascia la 3 prende la1 fino a Park Kulturi scorri non ti fermare scorri lacrima scorri esci anche tu in questa città e guardala bene è piena di te, di gente delusa. Quel vecchio mi aspetta di notte nella stessa posizione.





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