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Oggetto recensito:
LA DIVISA FA IL MONACO
di: Giorgio Camaioni




LA DIVISA FA IL MONACO

Stamattina dalle parti di casa mia mancava l'acqua. Così in attesa del ritorno, in automatico, accendo la TV: trasmettono la parata militare del 2 Giugno, mai l'avrei guardata. Sarà che non posso lavarmi, stavolta voglio proprio abbrutirmi, mi coglie perversa fascinazione. Guarda un po' dove s'arriva quando manca l'acqua pubblica...

La prendo iniziata, mentre sfilano i Carabinieri. Apre il Generale, impalato sulla gip come un totem inanimato (però ogni tanto pare vivo) dove c'è appiccicato di tutto: - spigolosa “corazza” nero-metallizzato più cromature sparse e sciabola come antenna, la divisa; - berretto alto più della faccia, come un palazzo con spioventi che potrebbero contenere due mansarde; - spasura di accecanti medaglie tipo ex voto pericolosamente oscillanti, sul petto; la giacca da quelle parti avrà rinforzi in cemento armato. Lui immobile. Non respira. Forse ha i polmoni collegati alla presa d'aria del Land Rover. Occhi di ghiaccio, come quelli delle vecchie bambole Furga ruotanti paralleli o in su a 90° solo se gli torcevi la testa. Tutti su di lui, gli sguardi, lo spiker stentoreo declama il nome. Sul palco d’onore, N. e B., con facce ingrugnite, applaudono per contratto. Più in là La Russa petto-in-fuori (figurati se russa), non sta nella pelle. Muove comicamente le labbra senza cantare nè parlare con nessuno: si ripassa la dichiarazione ufficiale che esternerà al TG1, labiale non mente. Si dirà, di quello che sfila: ma è un Generale! NOO, tutte le divise sono così, appariscenti e spettacolari, i gradi (quasi) non contano. Gli stagionatelli comandanti con pancetta ovvio non marciano, sfilano sui mezzi, ma tutti gli altri, di tutte le Armi, di tutti i reparti, pure di quelli di cui non immagineresti l'esistenza, che sfilano in blocchi di cento urlando assatanati “ITALIA!” quando passano una riga prestabilita, hanno divise ambiziose altezzose accattivanti avventurose contegnose fluorescenti fuorvianti gongolanti luminose rutilanti reboanti rievocanti riecheggianti stellanti stilose strepitose strepitanti soggioganti sorprendenti… Ah, che divise! Che eleganza, che preziosità, che stile, che colori, che varietà! Ricordo le vecchie nostre, color cacchetta, striminzite, sgraziate, sformate, che ce ne vergognavamo. E che mezzi: auto potenti e fiammanti, fuoristrada, SUV, motociclettoni da 350 chili, motoscafoni con ruote, gommoni gonfiati, rutilanti ambulanze simil-americane e... l’inquietante sogliolone “Lamborghini GALLARDO” della Polizia: 350 all’ora e 0 - 100 in 3,5 secondi. Ci mancava. E' troppo, troppo, troppo. Basta! Spengo. Una doccia e starò meglio (l'acqua intanto è tornata, meno male). Ma serve questo ambaradan per stare in Pace? Non è solo pavonerìa?

E dice che si deve risparmiare. Allora risparmiate sulla sfilata, no? Anzi, non fatela per niente (ah, il piccolo grande presidente Pertini che la cancellò!). Ed eliminate pure 'ste ridicole divise, tutte, sempre. Salvo casi particolari quando è necessario un abbigliamento tecnico (come in molte professioni), militari e simil-militari vestano come i civili. Con in più una fascia distintiva al braccio. Si sbizzarrissero su quella. Magari gli passerà la fregola delle sfilate e di fare i vanitosi. Risparmieremmo tutti parecchio. E' che invece la divisa fa il monaco, sic.

2. 6. '10 Giorgio Camaioni





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