
Oggetto recensito:
L’ELEFANTE DANZANTE ( Altro che Elephant Twist )
Kocani Orkestar a Radio 3 in Festival Magazzini del Sale - Cervia - 18. 4.’10
Solo se si ama Radio 3 ci si può ritrovare in più di cento [ma più tardi, almeno 500] alle 8.20 di una mattina fredda e piovosa d’aprile ai “Magazzini del Sale” di Cervia. Dov’è Cervia, mai stato a Cervia, TomTom dice 219 km.Nord strada-con-pedaggio, andiamo, se c’è Radio 3 ci saremo pure noi. Alle 8.20 - digiuni e senza caffè - per sentire e vedere (siamo alla radio) un concerto con la mai sentita né vista Kocani Orkestar. Che si presenta alle 8.20. Macedoni e puntuali come svizzeri. Dieci: otto fiati più una fisarmonica old-style e un tamburo nomade mezza-grancassa con in cima un piatto, come i vecchi giocattoli. Dieci macedoni d.o.c. insieme, quando mai posso averli visti ( musicisti poi…), sembrano di un’unica patriarcale famiglia, tutti la stessa faccia per niente islandese, tutti la stessa stazza, non la stessa età ovvio, vent’anni tra il primo e l’ultimo. Vestiti come capita, non all’inglese. Pure gli strumenti sembrano usciti tutti dallo stesso negozio.
Cominciano, senza preliminari, alle 8.22. Chissà se sono più svegli di noi. L’inizio, per noi ignoranti, pare la copia di Bregovic. Non siamo avvezzi, come ci pentiremo del maligno pensiero…
Dentro i tubi degli ottoni, dentro il mantice della fisa, dentro la pelle tesa del tamburo l’aria infatti si scalda, il ritmo si definisce e spinge, incita, carica. I musicisti si guardano, ingranano le marce, partono, ripartono. Non è la nostra musica, e la facciamo subito nostra. Fiumi, cascate di note, piroette di biscrome, vertiginose creazioni di sapore balcanico ma familiari come tarante, sensi e cultura gitana. Più che affettuosi “musicisti in fuga”, dieci salvifici vulcani in eruzione, che ci fanno subito bene, che ci fanno volare! Ma c’è pure innato del teatro: lungo un arco, da sinistra, le trombe gemelle “dalle mille sfumature”; poi sax tamburo fisarmonica clarino-il-giovane e l’altro sax; dietro, un secondo arco di 4 tube (3 baritoni,1 basso), ed è qui lo spettacolo.
Suonano ed ondeggiano: le 3 baritono al comando del basso. Insomma il basso-tuba è il RE. Una danza continua, lenta ma agile, sempre aggraziata, trascinante, autorevole, affascinante, come un elefante nella savana africana. E vedi le sue note basse arrivare più lontane, nel Magazzino del Sale, fino alle nere travi del tetto, legando tutto e tutti, comprese le nostre anime.
Il quinto pezzo è un lento. Avreste dovuto esserci: avreste visto le 4 tube ondeggiare immobili, quasi contorcersi al ralenti, soffiare dolci all’unisono, contagiando negli occhi gli altri strumenti, vibrando, luccicando…”più che gente sembrano foulards…”, ho pensato. Ma mi resterà impressa l’estenuante danza d’elefante del basso-tuba, “lieve come il leopardo”, specie quando si tira dietro l’orchestra in BELLA CIAO, con una istintiva classe che ricordo solo nel miglior Bregovic…
20. 4. ’10 PGC
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