
Oggetto recensito:
Intercettazioni [Istruzioni per un incontro con un "uomo da bene"] *
Continuano le intercettazioni sul caso Ruby. Trascritti i consigli che una madre premurosa (M.) dà telefonicamente alla propria figlia (R.) in procinto di recarsi ad Arcore.
M. "Or tu te ne andrai ad Arcore, a casa de l'uomo da bene e subito arrivata a lui, ti verrà incontro o in capo a la scala o infino a l'uscio: rassèttati tutta in su la persona, che potria sgangararsi lungo la via, e dopo aver guardato per un momento e di nascosto i suoi compagni che giustamente gli staranno vicino, fissa con umiltà i tuoi occhi nei suoi e, sciorinata che tu hai una generosa reverenza, sguaina il saluto che sono solite mostrar le spose".
R. "Io diventerò forse rossa a farlo"
M . "E io me ne rallegro, perchè il rossore del viso, che ne le gote delle fanciulle mostra la vergogna, cattura l'anima altrui. Fatte le cerimonie secondo che si richiede, quello col quale tu hai a dormire, la prima cosa ti farà sedere accanto a lui e nel pigliarti la mano così comincerà a dirti: "Madonna, vostra madre ha ben ragione di adorarvi, perchè le altre fanno donne, ed ella angeli"; e se avviene che dicendo simili parole si chini per baciarti l'occhio o la fronte, rivolgiti a lui dolcemente e sfodera un sospiretto e se fosse possibile che in cotal atto tu ti facessi le guance rosate, lo cuoceresti all'istante. La ragione è che il sospirare e l'arrossare insieme sono segni amorosi e colui che ha a goderti comincerà a intendere che tu sia innamorata di lui e tanto più lo crederà quanto più lo perseguiterai con gli sguardi. Quando con le più dolci parole comincerà a parlare con te, rispondi opportunamente, e con voce suadente cerca di non pronunciare parole che richiamino il lupanare. E accadendoti di rivolgerti ora a questo e ora a quell'altro, guardali senza lascivia come guardano i frati le monache dell'Osservanza, e solamente l'amico che ti dà cena e albergo pascerai di sguardi ghiotti e di parole attraenti. E quando tu vuoi ridere, non alzar le voci puttanescamente spalancando la bocca ma ridi di modo che nessuna fattezza del tuo viso diventi men bella, e lasciati prima cader un dente che un detto laido, non giurar per dio nè per santi. E venendo la insalata, non te le avventare come le vacche al fieno, ma fa i boccon piccin piccini e senza ungerti le dita poniteli in bocca..."
R. "Che debbo io fare cenato che avremo?"
M. "Mentre egli si coricherà in gran fretta, vatti spogliando pian piano, e mastica qualche parolina fra te stessa mescolandola con alcun sospiro, per la qual cosa egli ti domanderà - Di che sospiravate voi, anima mia? - Allora emetti un altro sospiro e di' - Vostra Signoria mi ha ammaliato - e dicendolo abbraccialo stretto. E, baciatolo e ribaciatolo che tu lo avrai, fatti il segno della croce fingendo di essertene scordata prima; e se non vuoi dire orazione nè altro, muovi un pochetto le labbra acciò che tu paia esser costumata in ogni cosa. Intanto il brigante, che ti stava aspettando nel letto come uno che ha fame bestiale e si è posto a tavola non essendoci ancora su nè pane nè vino, ti andrà lisciando con la mano. Tasta per vedere se egli ha catenine al braccio o anelli al dito: e come il moscone che ti gira intorno per la tentazione che gli dà l'odore dell'arrosto, prova se egli se li lascia togliere; se lo fa, lascialo fare, e svaligiatolo dei gioielli lo avrai truffato con straordinaria astuzia. E quando ti monterà a dosso, fa' il tuo debito, figlia; fallo, perchè le carezze con le quali si soddisfano coloro che partecipano ai festini amorosi son la rovina loro, il dargliene dolce li ammazza; e poi una puttana che fa ben quel fatto è come un mercante che vende care le sue merci; e non si possono paragonare se non a una bottega di mercanzie le chiacchiere, i giuochi, le feste che escano da una puttana scaltrita". (...)
* Libera manipolazione da: Pietro Aretino Ragionamenti - Dialogo nel quale la Nanna insegna a la Pippa, Giornata prima. (1536)
23. 02. '11 Sara Di Giuseppe www.faxivostri.wordpress.com
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