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Oggetto recensito:
IL CIRCO IN UN'ORCHESTRA
di: Giorgio Camaioni




IL CIRCO IN UN'ORCHESTRA

[ "CHAPLIN": Timothy Brok e l'orchestra Città Aperta accompagnano dal vivo "The Circus2 (1928) ] Teatro Comunale - 23. 9. '11 h 21.30 - Teramo

Penso che se avesse potuto, il direttore Timothy Brok l'orchestra l'avrebbe piazzata come usava nei vecchi circhi, su in alto sopra al tendaggio rosso-giallo-blu da cui uscivano clown cavallerizzi maghi domatori acrobati cavalli elefanti tigri cammelli e leoni: i musicisti in rutilanti faticate divise simil-napoleoniche, lui in smoking, ma con la pallina rossa sul naso. Ieri sera invece, al Teatro Comunale l'enorme orchestra ha dovuto per forza sistemarla sul palcoscenico, in primo piano davanti allo schermo, così che il circo (in pellicola) pareva davvero dentro l'orchestra. Quando mai poi al circo hai, come qui, 5-6 file libere davanti, cento poltroncine di velluto rosso tenute vuote per ragioni tecniche, pensare che c'ammazzavamo al circo (quello vero) per guadagnare abusivamente a bordo pista le prime scomodissime gradinate di legno con l'erba sotto. (...)

Tutto speciale ed unico, quindi. Circo dolce e primitivo: muto accelerato e in bianco e nero, che quelli sonori normali e a colori se lo sognano. E (davanti!) musiche precise puntuali sincronizzate e bellissime, discrete e mai invadenti, che sembrava Chaplin in persona a dirigerle. Atmosfera incantata, fuori dal tempo, malinconica e spensierata. Serenità semplice, infantile, profonda. Tutto finto, si capisce. Oggi qualsiasi sentimento spontaneo è impossibile o fuori posto, specie in un cinema-teatro anonimo monumentale e trascurato come questo, abituato ormai a film rutilanti e violenti, ridanciani e volgari. Con qualche eccezione, ovvio: qui vennero infatti anche Jannacci e Conte in concerto, e fu felicità. E ieri quest'orchestra: ha saputo metterci e tenerci nel film, nelle sequenze più spassose come in quelle più riflessive e sconsolate. Penso che all'origine erano "mute" apposta, così perfette da rendere inutile il sonoro: le sequenze con gli animali che oggi nemmeno con gli effetti speciali, quella comicamente drammatica dell'acrobata finto, quella del Chaplin clown involontario che s'innamora della bella cavallerizza poi insidiata dal fascinoso mago... e quella di lui morto di paura dentro la gabbia col leone addormentato e pacioccoso e la tigre sveglia, e di lui prestigiatore improvvisato con colombe e pennuti e maialini e conigli scatenati e fuori controllo...

Ci siamo emozionati e divertiti come da piccoli al circo... ascoltando insieme impeccabile musica di qualità (che al circo una volta era molto più grossolana, ma che c'importava). Ma abbiamo applaudito da adulti, forse involontariamente con meno calore. Spettacolo raro, difficilmente ripetibile: per i costi, e perchè non capita spesso di mettere tutt'insieme tanti eccellenti musicisti, per una volta senza vanitosi solisti. Ma se fosse, provando a pubblicizzarlo un po' anche fuori porta e a trattarlo come merita, non perdetevelo, non perdiamocelo! Anche per scrollarci dal torpore e dal fango (neanche tanto metaforico) in cui ci troviamo. Cullati dal ticchettìo della vecchia pellicola, astratti dai suoni della grande orchestra - quasi proustiane petites madeleines - respireremmo forse un po' anche profumi corroboranti d'autentica segatura di pista da circo, che i circhi d'oggi non hanno più.

24.9.'11 Giorgio Camaioni www.faxivostri.wordpress.com





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